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La Russia allerta i propri informatici che lavorano negli Usa

04 Settembre 2001

La Russia allerta i propri informatici che lavorano negli Usa

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Tiene ancora banco il caso dell’informatico russo arrestato negli Stati Uniti con l’accusa di violazione del diritto d’autore elettronico.A riportare alla ribalta Dmitry Sklyarov, ci ha pensato la Russia che, …

Tiene ancora banco il caso dell’informatico russo arrestato negli Stati Uniti con l’accusa di violazione del diritto d’autore elettronico.
A riportare alla ribalta Dmitry Sklyarov, ci ha pensato la Russia che, in un comunicato, mette in guardia i propri concittadini che lavorano nel campo informatico in Usa.

La nota arriva dal ministero russo per gli esteri e “mette in guardia tutti gli specialisti russi che lavorano negli Stati Uniti nel campo dell’informatica che, indipendentemente dal caso Dmitry Sklyarov, possono essere incolpati nel quadro della legge del 1998”.

La legge del 1998 alla quale fa riferimento il comunicato del ministero russo, altro non è che il Digital Millenium Copyright Act approvato, appunto, in quell’anno.
Sulla base di questa legge, Sklyarov rischia fino a 25 anni di prigione.

Il giovane informatico russo era stato arrestato il 16 luglio scorso a Las Vegas, subito dopo aver presentato all’annuale conferenza di informatici, un programma che permette di leggere, copiare e manipolare, senza alcuna restrizione, i libri elettronici.

Una cosa che aveva dato fastidio ad Adobe, editrice del software dedicato alla pubblicazione e lettura degli e-book.
Adobe, infatti, aveva in un primo tempo sporto denuncia appellandosi alla legge del 1998 e, dopo la mediazione di un’organizzazione di informatici americani, aveva fatto marcia indietro.

La procedura, però, era andata avanti spinta dal dipartimento di giustizia americano.
L’informatico russo si è dichiarato non colpevole davanti a un tribunale della California, durante l’udienza preliminare che si è tenuta la settimana scorsa ed è stato rimesso in libertà sotto cauzione, ma dovrà restare in California aspettando il processo vero e proprio previsto per l’8 novembre.

Il caso non è dei più semplici. Molte sono le implicazioni politiche e diplomatiche vista la cittadinanza dell’imputato e i pessimi rapporti tra Usa e Russia. Ma, in gioco, c’è anche un’importante questione di principio per molti programmatori che, se dovesse passare il principio di colpevolezza, avrebbero grosse difficoltà nel loro lavoro.

In caso di condanna, infatti, non esisterebbe più la possibilità (per estensione) di migliorare i software e, quindi, di permetterne l’evoluzione.
Insomma, una vittoria del software a pagamento contro il mondo dell’open source, libero e gratuito.

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