La proposta di un accordo economico fattale dalla RIAA prima ancora di avere portato alcuna prova in tribunale.
“Questa politica del terrore – ha scritto Bart Lombardo, l’avvocato
La RIAA (Recording Industry Association of America) colpevole di estorsione? È quanto sostiene un certo numero di internauti americani, tra i quali Michele Scimeca, madre di una giovane internauta accusata dall’associazione di avere condiviso 1.400 file musicali Mp3 su Kazaa. La donna ha rifiutato di Michele Scimeca, in un documento presentato alla corte federale del New Jersey – ha fruttato un grande numero di risarcimenti alla RIAA da parte di individui spaventati all’idea di combattere una simile istituzione; cittadini che si sono sentiti vittime delle sue azioni. Questo metodo, basato sul terrore, non è ammissibile e può essere equiparato all’estorsione”.
L’avvocato, quindi, non discute sul contenuto, ma sulla forma, una strategia che potrebbe risultare vincente.
Nel frattempo, un’altra internauta dedita alla condivisione di file musicali su Internet, nota con il nic name di Nycfashiongirl, ha ottenuto l’abbandono della causa da parte della RIAA, dopo aver contestato i metodi con i quali l’Associazione era riuscita a ottenere i suoi dati dal provider che le forniva l’accesso a Internet.