La Recording Industry Association of America (RIAA), l’associazione dei produttori musicali statunitensi, ha lanciato negli scorsi giorni la più importante offensiva contro la pirateria su Internet da quando è iniziata questa lunga vicenda. L’8 settembre ha promosso 261 azioni legali contro individui accusati di diffondere illegalmente musica protetta da copyright attraverso le reti di programmi peer-to-peer. Secondo le dichiarazioni dell’associazione, le azioni sono state mosse contro quei violatori definiti “di fatto”. Questi sono coloro che hanno distribuito per lo meno mille opere protette.
Contemporaneamente la RIAA ha anche annunciato di stare per lanciare un programma di “amnistia” per tutti coloro che decidessero di identificarsi spontaneamente e di giurare di cessare la diffusione illegale di musica digitale. Per costoro la promessa è di non essere perseguiti, ma solo a condizione che si impegnino formalmente con una lettera di scuse.
Il primo commento a questa proposta della RIAA è giunto dalla Electronic Frontier Foundation, che consiglia di non accogliere l’invito: la RIAA non ha voce in capitolo se non come parte lesa e dunque le conseguenze di una autodenuncia sono imprevedibili.