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La rete più lenta del mondo

16 Ottobre 2001

La rete più lenta del mondo

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Un gruppo di utenti Linux ha realizzato una rete lentissima, la più lenta del mondo, che utilizza come mezzo di trasporto dei dati i piccioni viaggiatori. Finalmente la new economy dal ritmo umano

Nel 1990 David Waitzman, di mestiere programmatore informatico, redigeva la RFC (Request for Comment) 1149, che definiva i principi di un nuovo tipo di rete per la trasmissione dati. La sua particolarità era il mezzo di trasporto adottato: un gruppo di piccioni viaggiatori. Si trattava, in realtà, di un pesce d’aprile e Waitzman non si aspettava certo che il suo scherzo, un giorno, diventasse realtà.

Invece è successo, grazie all’iniziativa di due associazioni norvegesi: il club colombofilo di Vesta Brevdueforening e il Blug, il gruppo di utenti Linux di Bergen. Il 28 aprile scorso, il Blug ha predisposto il CPIP (Carrier Pigeon Internet Protocol – Protocollo Internet per Piccione Viaggiatore), per verificare che il volatile sia effettivamente in grado di trasportare dei dati tra due computer distanti alcuni chilometri l’uno dall’altro.

I piccioni dovevano trasmettere un comando “ping”, segnale utilizzato per assicurarsi che un computer a cui si invia un’informazione è online e pronto a riceverla. Perché la verifica sia probante, il computer deve rinviare il segnale al computer che lo ha emesso. Nella circostanza, ogni pacchetto di dati era stampato su un pezzetto di carta, arrotolato e legato alla zampa del piccione.

Durante la prima prova di trasmissione gli uccelli sono stati rilasciati a intervalli di sette minuti e mezzo. Disgraziatamente, l’incontro con uno stormo di confratelli ha distolto i primi messaggeri dal loro obbiettivo e li ha fatti ritardare. Quando, un’ora dopo, sono arrivati a destinazione, i pezzetti di carta sono stati srotolati, passati allo scanner e l’informazione inserita nel computer. Alla ricezione del segnale di ritorno, risultò evidente che la velocità di trasmissione dei dati tramite piccione viaggiatore si poteva stabilire in 0,08 bits per second (Bps). Ulteriori test l’hanno fatta salire a 0,15 Bps. Ricordiamo che un modem standard lavora alla velocità di 56.000 bit al secondo.

Il Blug ritiene che migliori tecniche di correzione permetteranno di accelerare notevolmente la potenza: per la trasmissione aerea di una e-mail o di una pagina Web, in futuro, saranno sufficienti un paio d’ore. Un paio d’ore per riflettere sul senso di quella che un giorno chiamavamo new economy e che oggi non abbiamo nemmeno più il coraggio di evocare per paura di conseguenze nefaste. Forse meglio riderci sopra e prendersi un po’ di tempo aspettando che i nostri dati arrivino a destinazione.

Per chi fosse interessato a ripetere l’esperimento, ecco il sito ufficiale del BLUG.

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