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La raccomandata elettronica sotto accusa

15 Aprile 2008

La raccomandata elettronica sotto accusa

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Tre associazioni italiane hanno deciso di rivolgersi alla UE per risolvere il problema della PEC

Adiconsum, Cittadini di Internet e A.N.O.R.C. (Associazione Nazionale per Operatori e Responsabili Conservazione sostitutiva) hanno deciso di denunciare lo Stato Italiano per «inadempimento delle norme comunitarie in materia di firma elettronica, posta elettronica certificata e fatturazione elettronica».

Le tre associazioni per i consumatori sostengono che faranno valere i diritti degli italiani presso l’Unione Europea con una «provocazione per risolvere un problema che dal 1997 sta facendo spendere miliardi di euro a cittadini e imprese»

Critiche soprattutto nei confronti della PEC, la cosiddetta raccomandata elettronica. «Che fosse una cosa unica lo si sapeva, che fosse un duplicato di una cosa già esistente e funzionante in tutto il mondo anche, ma che per riuscire a sradicarla dal sistema ci voleva una denuncia d’infrazione all’Unione Europea non era in programma», ha dichiarato Massimo Penco di Cittadini di Internet. «La PEC funziona proprio come i due barattoli con il filo, poiché comunica da punto a punto solo con chi ha i due sistemi. È quindi unica al mondo e calpesta tutte le direttive comunitarie cercando di rendere le conquiste della comunicazione via Internet impraticabili e inducendo così le associazioni consumatori a denunciare lo Stato Italiano per infrazioni comunitarie multiple».

In Europa vengono utilizzate solo la firma elettronica e la firma elettronica avanzata mentre in Italia con le nuove normative le cose si sono complicate. «Ciò disorienta tutti i cittadini sia nei rapporti con la Pubblica Amministrazione, sia tra privati ed imprese, sia ancora nei rapporti con soggetti appartenenti ad altre nazioni dell’Unione Europea», sostengono i promotori dell’iniziativa.

«La normativa in materia non può quindi ritenersi realmente all’avanguardia se non si pone questi importanti obiettivi: allineamento con la normativa comunitaria, interoperabilità a livello internazionale e facilità di utilizzo degli strumenti regolamentati, attenzione alla sicurezza informatica», ha sottolineato Paolo Landi, di Adiconsum.

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