Napster muore lentamente, o almeno si trasforma perdendo la sua veste originaria, proprio mentre il mercato americano della musica online festeggia il passaggio del miliardo di dollari nel 2001, fino a raggiungere i 6,2 miliardi nel 2006 secondo le proiezioni della Jupiter Media Metrix.
Gli utenti Internet acquistano in molti modi musica su Internet: possono richiedere CD e farseli spedire, scaricare brani musicali (fatturati a pezzo) o pagare un abbonamento per sentire musica on-demand.
In cinque anni, le vendite di musica su Internet rappresenteranno il 32 % del fatturato totale dell’industria discografica, contro il misero (si fa per dire) 7 % rappresentato da quest’anno, sempre secondo fonte JMM.
La musica in formato digitale, poi, passerà dall’essere il 3 % del fatturato musicale sulla rete del 2001, al 30 % nel 2006.
Gli abbonamenti, forma ancora poco estesa, avanzeranno in popolarità.
Nel 2006 raggiungeranno quota 1,2 miliardi, contro i 700 milioni della forma tradizionale dello scaricare brani dalla rete.
Dati, dunque, che non possono non far piacere alle major discografiche, visto che il principale nemico (Napster) è scomparso dalla scena, ma anche perché tutte hanno già pronte piattaforme per vendere la loro musica online. Investimenti che dovrebbero fruttare da qui a poco.