Si è aperto sabato scorso il 35º MIDEM (Mercato internazionale del disco e dell’edizione musicale) a Cannes, con una giornata dedicata alla musica online.
Ad aprire “le danze” della seconda edizione del MIDEMnet, preludio al MIDEM, è stato il discorso di Michael Robertson, presidente di MP3.com, il sito di musica online che è stato recentemente portato in tribunale da cinque “major” discografiche (AOL-Warner, BMG, EMI, Sony e Universal).
Per l’occasione, gli organizzatori hanno invitato due grandi musicisti per raccontare come saranno gli artisti del 21º secolo: il pianista jazz Herbie Hancock e la pop-star Peter Gabriel. Entrambi concordano sul fatto che il musicista del futuro sarà anche imprenditore di se stesso
Hancock, intervenuto in una delle numerose conferenze, ha ricordato che possiede un computer dal 1979, ma che ha scaricato musica online gratuitamente, per la prima volta, una settimana fa. “Miei brani”, si è affrettato ad aggiungere.
“Quando ho firmato, sette anni fa, per PolyGram, ho attirato l’attenzione dell’etichetta sull’importanza che avrebbero avuto le nuove tecnologie nel futuro prossimo. Mi hanno riso in faccia”, ha ironizzato il pianista.
Secondo Hancock, la Rete permette all’artista di “essere anche imprenditore e offre una nuova libertà per la diffusione del suo lavoro” e dà la possibilità di contattare un gran numero di persone “a condizione che abbia il pieno controllo dell’uso che viene fatto delle sue opere e che ottenga una giusta retribuzione”.
Identica, la preoccupazione di Peter Gabriel che, da 25 anni, è sempre stato all’avanguardia nell’uso delle innovazioni tecnologiche.
Proprietario di uno studio di registrazione (Real World, nel sud dell’Inghilterra), fondatore del festival WOMAD, pioniere nell’uso del CD-Rom, l’ex cantante dei Genesis ha lanciato nel maggio scorso, OD2 (On Demand Distribution), un sistema di distribuzione digitale.
“La musica è come il pane. Se il fornaio non è pagato per il pane che sforna, fallisce. Per il musicista è la stessa cosa: non può offrire gratuitamente un accesso illimitato alla sua musica, senza mettere la sua attività in pericolo”, ha dichiarato il cantante.
Da qui la necessità, secondo Gabriel, che gli artisti facciano fronte comune. “In questo campo, preferisco che le decisioni siano prese dagli stessi artisti, piuttosto che dai governi. Siamo stati lenti a reagire, ma cominciamo a organizzarci. Sono ottimista per il futuro, anche se ci vorrà tempo”.