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La leggenda del cellulare volante

16 Aprile 2003

La leggenda del cellulare volante

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Perché non si possono usare i telefonini a bordo degli aerei? Eppure alcune compagnie aeree stanno sperimentando connessioni wireless per i passeggeri!

Intendiamoci subito: non sto invitando nessuno a lasciare acceso il proprio cellulare durante i voli di linea in barba ai divieti. Sono contentissimo che a differenza dei cinema, dei teatri, delle chiese e dei treni, la cabina di un aereo sia un tempio non ancora violato dal sacrilego trillo dei telefonini. Ma mi chiedo il motivo per cui esiste questo divieto, perché francamente non mi quadra.

La curiosità è nata dopo aver notato che le varie compagnie adottano regole differenti: alcune ordinano di spegnere i cellulari appena si varca la soglia del velivolo, altri li tollerano finché si è fermi sulla pista ed è quindi possibile avvisare dei ritardi che vengono comunicati ai buoi — pardon, ai passeggeri — soltanto quando sono già a bordo, altre ancora impongono lo spegnimento quando si accendono i motori, e così via.

Certo tutte sono concordi nel vietare l’uso del cellulare in volo, adducendo motivi di sicurezza: le emissioni elettromagnetiche, si argomenta, interferirebbero con gli strumenti di bordo. Ma secondo Lufthansa, in media su ciascuno dei suoi voli c’è almeno un passeggero che dimentica il cellulare acceso (confesso, è capitato anche a me finché non ho preso l’abitudine di staccare fisicamente la batteria), eppure i suoi aerei non cadono.

Alcuni piloti che conosco di persona o via Internet mi hanno confessato di aver dimenticato il cellulare acceso in cabina di pilotaggio, a pochi centimetri da quell’intrico di chip e avionica che consente il miracolo del volo, e sono sopravvissuti. Inoltre, con il proliferare dei laptop con connessioni wireless, delle agende elettroniche con cellulare integrato e compagnia bella, quella media è destinata a salire inevitabilmente.

Non è tutto: la Virgin e altre compagnie aeree stanno sperimentando l’installazione di una piccola stazione radio base a bordo, alla quale i telefonini si potrebbero allacciare per effettuare le chiamate. Aircell, fabbricante degli attuali costosissimi aerotelefoni, dice che non ci sono ostacoli tecnici, ma solo normativi, e che anche quelli verranno risolti a breve.

Ciao, dove sei? Su un aliante

Allora cosa c’è sotto? Le leggende metropolitane sostengono che in realtà il cellulare è vietato in volo perché quota e velocità confonderebbero la rete telefonica appoggiandosi simultaneamente a più di una stazione radio base e permettendo quindi di telefonare gratis, e le società telefoniche sono in combutta con le compagnie aeree per non far sapere di questa meravigliosa opportunità.

La realtà è ben diversa. A differenza di quelli analogici, gli attuali sistemi cellulari digitali, come il GSM, devono tenere conto della velocità alla quale si sta spostando il telefonino per non perdere il sincronismo (i tecnici mi perdoneranno la semplificazione), e sono in grado di mantenerlo solo entro certi limiti. È per questo che il defunto Fido, il DECT in roaming di Telecom Italia, andava in tilt oltre i 40 chilometri l’ora. Il “limite di velocità” dei GSM è più elevato, ma non raggiunge gli 800 e passa chilometri l’ora di un jet. Ecco perché è tecnicamente possibile telefonare col cellulare da un aliante o da un aereo da turismo, ma non da un aereo di linea. In ogni caso, non eccitatevi: la chiamata fatta in volo viene addebitata esattamente come se la faceste da terra.

In Rete, in volo

Per chi vola spesso per lavoro, il tempo passato a bordo, prigioniero e tagliato fuori dal mondo, è uno spreco enorme. Molti frequent flyer non possono permettersi il lusso di essere irreperibili per sei-otto ore di seguito. Potersi collegare a Internet per scaricare e mandare la posta o aprire una sessione ssh di manutenzione remota dei server del cliente risolverebbe molti dei problemi di noia e di reperibilità che affliggono attualmente i passeggeri.

Tuttavia sventrare un 747 per cablare tutti i sedili sarebbe paurosamente costoso e oltretutto darebbe un risultato scomodissimo: già vedo il groviglio spaghettiforme di cavi Ethernet dai laptop ai braccioli delle singole poltrone e gli inevitabili inciampi (che conosco bene, essendomi costati un PC portatile qualche giorno fa). Inoltre non sarebbe risolto il problema di chi usa oggetti diversi dai laptop, come i PDA e gli organizer che usano connessioni Bluetooth o USB. Ci vuole una soluzione wireless, insomma.

Però per una connessione wireless ci vuole un cambiamento di rotta riguardo gli attuali divieti sull’uso dei dispositivi elettronici a bordo. Ci vuole qualcuno che, con molta franchezza, si prenda la briga di dire che i moderni aerei non sono più sensibili alle interferenze radio, come dimostrato dal fatto che gli aerei non atterrano a Fiumicino anziché Francoforte perché qualcuno in business class non sa come spegnere l’unità wireless integrata nel proprio ultraportatile da top manager.

Di certo non voglio essere assillato dalla telefonata del passeggero accanto che racconta a squarciagola le sue coliche o le sue prestazioni sessuali a Ibiza (a volte con un linguaggio che rende difficile distinguere le due cose), per cui sarebbe comunque auspicabile un divieto ditelefonare, che però non sia esteso all’invio di SMS o all’uso silenzioso del cellulare per connessioni wireless a Internet.

Almeno così i passeggeri che mi stanno accanto smetterebbero di guardarmi come un terrorista ogni volta che uso il mio Treo come PC a bordo, spegnendo diligentemente la sezione wireless: vedono l’antennino cellulare del Treo e pensano che io stia tentando di mandarli tutti al Creatore tenendo il telefonino acceso in volo, quando invece sto soltanto scrivendo un articolo. Che mi tocca attendere di spedire finché non atterriamo, con tutto lo stress da scadenza imminente che ne consegue. Almeno per ora, finché qualcuno non prende il toro per le corna.

L'autore

  • Paolo Attivissimo
    Paolo Attivissimo (non è uno pseudonimo) è nato nel 1963 a York, Inghilterra. Ha vissuto a lungo in Italia e ora oscilla per lavoro fra Italia, Lussemburgo e Inghilterra. E' autore di numerosi bestseller Apogeo e editor del sito www.attivissimo.net.

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