Che cosa contraddistingue la leadership che funziona
1. Apogeonline: qual è la caratteristica o la capacità più immediata che cerchiamo, quando siamo a caccia di potenziali futuri leader?
James M. Kouzes e Barry Z. Posner: Certamente cerchiamo qualcuno in grado, per prima cosa, di portare risultati. Se si tratta di posizioni di responsabilità, parliamo di persone che devono portare risultati attraverso l’interazione con i loro sottoposti. Per logica, i leader migliori saranno quanti padroneggiano questo aspetto delle interazioni lavorative. Quindi possiamo dire che l’empatia, o l’ascolto, o le relazioni umane, comunque la capacità di lavorare bene con gli altri sia la chiave per un buon leader e per il suo successo.
2. Avete un’esperienza notevole. Come è cambiata la leadership nel corso degli anni?
Due cose, che poi sono una: diversità e globalità. Oggi la diversità etnica o culturale riceve grande attenzione e un leader deve sapersi raffrontare, e ottenere risultati, con persone anche molto diverse da ogni punto di vista.
La stessa figura del leader si è diversificata e globalizzata. Oggi non troviamo niente di strano nell’idea di una donna cinese con passaporto italiano al lavoro per una multinazionale tedesca in un ufficio in Brasile. Se è una leader, sa leggere culture, affrontare pregiudizi, tessere relazioni a un livello un tempo impensabile.
3. Ed è cambiato qualcosa nel vostro libro, nel corso degli anni?
Sono cambiate tante cose, naturalmente. Barry e io ci siamo incontrati – fortunosamente, ma è un’altra storia – nel 1981 e una serie di circostanze ideali ci hanno messo sulla strada di scrivere La sfida della leadership.
Abbiamo venduto da allora più di tre milioni di copie, in più di 150 Paesi, lungo sette edizioni. Una cosa di cui siamo soddisfatti è che ogni edizione ha visto un gran lavoro di aggiornamento nel corredo alle informazioni essenziali, che restavano complessivamente sempre valide: le regole della leadership che abbiamo individuato hanno visto aggiustamenti e sintonie fini, ma costituiscono un nucleo fondamentale. Attorno, l’aggiornamento è sempre stato sistematico e, per esempio, tutte le tabelle che riportano dati sono aggiornate edizione per edizione alla data più recente tecnicamente possibile.
4. Quando una figura professionale è pronta per essere un leader, ma manca giusto una cosa… che cosa manca?
Molte volte manca la visione verso il futuro, la capacità di guardare avanti.
[James M. Kouzes] A volte è l’opposto: manca la capacità di superare le proprie condizioni iniziali. Barry Posner è ebreo e sposato con la figlia di un ministro protestante, e insegna in una università cattolica: io ho ricevuto una formazione cattolica ma ho vissuto anni in Paesi islamici. Il credo religioso è solo una delle molte sfaccettature che un leader deve sapere integrare efficacemente nel proprio ruolo, senza che diventino un ostacolo.
5. Da questo punto di vista, le caratteristiche vincenti della leadership cambiano in modo significativo a seconda del Paese in cui si opera?
A livello macro, no. Nei nostri studi proponiamo una lista di venti caratteristiche e chiediamo ai partecipanti di scegliere le sette che a loro avviso contraddistinguono un leader degno di ammirazione. Le prime quattro scelte a Singapore sono le stesse quattro scelte che abbiamo trovato negli USA, solo ordinate in modo differente.
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Le prime due erano le stesse: onestà e visione. Seguivano, alternate, competenza e ispirazione. Queste caratteristiche distinguono un leader praticamente in tutto il mondo.
6. La leadership si sviluppa più facilmente con una focalizzazione estrema sul proprio settore di attività o con lo sviluppo di uno sguardo più ampio sulle cose?
I migliori dirigenti che conosciamo sono i più eclettici, con interessi che spaziano oltre il proprio settore di attività e anche oltre il lavoro.
L’innovazione e le idee derivano spesso da stranezze o anomalie e un leader capace di coglierle ha più possibilità di sviluppare qualcosa di positivo.
Inoltre, la leadership è per sua natura interdisciplinare. Molti leader si trovano a prendere decisioni in base al sistema economico e politico in cui si trovano, per cui devono averlo razionalizzato con una base filosofica. Al tempo stesso imparano da chi li ha preceduti, cioè studiano storia; l’interagire con culture, leggi e tradizioni diverse li porta verso l’antropologia e, naturalmente, senza nozioni di psicologia non riuscirebbero a comprendere i processi di gruppo e il loro ruolo nell’evoluzione della società nel suo insieme. I leader hanno una mente ampia e pensano senza vincoli.
7. Quanti leader servono a un’azienda, rispetto al totale dei dipendenti?
La leadership non va confusa con il potere, naturalmente. Qualsiasi posizione è adatta a sviluppare una capacità di leadership e, data questa premessa, l’azienda ideale sarebbe lieta di avere leader ovunque.
In questo momento storico, però, parlando anche di gerarchie interne, le aziende hanno un grande problema di ricambio. Nelle prime 500 aziende al mondo, il problema numero uno è riuscire a coprire le posizioni di leadership gerarchica che vengono lasciate libere in numeri crescenti. Le nuove generazioni, soprattutto per demografia, non riescono oggi a fornire una quantità equivalente di leadership; prevediamo che in futuro aziende e individui avranno un interesse superiore all’attuale nell’investire in leadership.
8. Come si fa a esercitare una vera leadership in aziende magari controverse o con una reputazione discutibile? È possibile andare controcorrente anche se la rotta è diversa da quella ottimale?
La leadership dipenderà sempre da quello che viene fatto, piuttosto che detto. Nessun dubbio che una Enron avesse l’onestà ai primissimi posti nella propria carta dei valori.
In teoria, una leadership riesce ad affrontare anche forze avverse all’interno dell’organizzazione. Nella pratica, quando una cultura aziendale incoraggia condotte non ideali, è molto difficile riuscire a proporre qualcosa di diverso. Ogni volta che un dirigente prende una decisione, manda un segnale forte a tutta l’organizzazione.
Teniamo anche presente l’esistenza di una cultura diffusa che, almeno tramite trasmissioni televisive e talk show privilegia l’accumulo di denaro e di potere e la legittimità di ottenerli usando strategie manipolatrici, giocando con la verità e incoraggiando la connivenza. La leadership contro tutto e contro tutti è una missione difficilissima.
Immagine di apertura di Ryoji Iwata su Unsplash.