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La giungla di Arduino

16 Dicembre 2013

La giungla di Arduino

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Ogni maker dovrebbe un tributo alla scheda di prototipazione più famosa al mondo. Che non si fa intimidire dalle imitazioni.

Nemmeno il sito ufficiale di Arduino riesce a dare conto di quante schede compatibili siano prodotte. Centinaia di pretendenti al trono del marchese d’Ivrea si dichiarano totalmente o parzialmente interscambiabili con l’originale.

Anzi, con i numerosi originali, perché concorrenza ed evoluzione impongono alla fucina originaria di diversificare. L’ultima creazione è Arduino Yún, che fa dialogare un Arduino originale con una potente sezione Linux. Nata per arginare il fiume in piena Raspberry Pi, che ha festeggiato la vendita del duemilionesimo esemplare, e forse anche per prevenire la probabile penetrazione di Intel Galileo.

Arduino Yun

Gioco d’attacco o arrocco difensivo?

In sintesi, una giungla di opzioni e possibilità d’acquisto tra le quali un aspirante maker può trovarsi spaesato. Anche perché è elevatissimo il rischio che qualcuno interpreti l’hardware open source come l’autorizzazione a clonare senza remore offrendo prodotti di scarsa o nulla qualità e mettendo potenzialmente in difficoltà chi, invece, di qualità ne offre a iosa. È già successo nell’ambito delle stampanti 3D, quando perfino Bre Pettis, uno dei fondatori di MakerBot, è arrivato ad affermare:

Per Replicator 2 [un efficiente modello di stampante 3D] non condivideremo il modo in cui la macchina viene realizzata fisicamente o la GUI, perché non crediamo che la clonazione in copia carbone sia accettabile e perché la creazione di cloni intacca la nostra capacità di pagare le persone per lo sviluppo. La protezione della GUI e del design fermeranno i cloni? Probabilmente non per molto, ma ci permette di esprimere pubblicamente una delle regole non scritte dell’hardware open source: “clonare non è figo”.

Di fronte a una situazione così variegata, un ecosistema certificato Arduino è un timbro di qualità che mancava, ma ora è possibile con il programma Arduino at Heart. Un vero e proprio accordo di licenza sull’uso del marchio che ogni buona idea basata su Arduino può conquistarsi, potendo contare su tutto l’appoggio dell’azienda Arduino per lo sviluppo, la promozione e la diffusione dei prodotti. In cambio è richiesto un pedaggio, costituito dal cinque percento del prezzo di commercializzazione.

Equo? Lo valuteremo quando le prime startup che hanno già aderito al programma ci racconteranno la loro evoluzione. Tra queste, per esempio, primo.io, che sta conquistandosi spazio su Kickstarter con una interessante idea rivolta ai più piccoli. Se la spunteranno, saranno anche tra i primi certificati. Con quale successo, sarà un’altra storia.

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