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La FTC costringe Microsoft ad un accordo per Passport

03 Settembre 2002

La FTC costringe Microsoft ad un accordo per Passport

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Mentre tutto il mondo aspetta le decisioni del giudice federale sulle sanzioni da applicare contro Microsoft, l’azienda in questione continua a sottoscrivere accordi amichevoli con l’amministrazione americana. Questa volta l’accordo …

Mentre tutto il mondo aspetta le decisioni del giudice federale sulle sanzioni da applicare contro Microsoft, l’azienda in questione continua a sottoscrivere accordi amichevoli con l’amministrazione americana.

Questa volta l’accordo è stato raggiunto con la FTC (la commissione federale americana del commercio) e riguarda la chiusura dell’inchiesta sulla violazione dei dati privati dei consumatori da parte del sistema “Passport” di Microsoft.

Grazie a questo accordo, la FTC potrà esigere dall’azienda che cessi di presentare in modo eccessivo le caratteristiche del servizio e rinforzi la sicurezza dei sistemi di trasferimento di dati su Internet, come affermato dalla stessa commissione durante la conferenza stampa di annuncio dell’accordo.

“Passport”, per chi non lo sapesse, è un sistema di identificazione che permette di accedere a un sito e di fare acquisti online digitando una sola volta username e password.
Permette, però, anche ai siti partner di Microsoft di entrare in possesso delle informazioni personali dei consumatori (nome, indirizzo e numero di carta di credito) evitando così di reintrodurli quando si acquistano prodotti e servizi.

“La protezione dei dati riguardanti la vita privata e le promesse in merito alla sicurezza devono essere mantenute – ha spiegato Thimothy Muris, presidente della FTC – È un buon modo di fare affari, è la legge e noi prenderemo misure contro tutte le aziende che non terranno fede alle loro promesse”.

Si è giunti a questo accordo amichevole dopo che, un anno fa circa, era stata aperta un’inchiesta sotto la pressione di numerose associazioni di difesa dei consumatori.
Secondo il presidente della FTC, Microsoft ha mandato diversi messaggi ingannevoli, citando quattro campi nei quali l’azienda ha seminato confusione.

“Per prima cosa – ha dichiarato Muris – la sicurezza globale del sistema e delle informazioni personali che sono conservate; secondo, la sicurezza degli acquisti effettuati online grazie al portamonete elettronico del sistema; terzo, il tipo di informazione che Microsoft accumula sui suoi utenti e, infine, l’estensione del controllo che i genitori possono esercitare sulle informazioni raccolte dai siti Internet riguardo i loro figli”.

Microsoft, da parte sua, ha commentato l’accordo in un comunicato separato dove dice che il testo prevede “la formalizzazione, la fornitura di informazioni e un consulente indipendente per le procedure di sicurezza di Passport per indicare chiaramente alla FTC e ai consumatori che Microsoft risponde alle norme più severe di protezione dei dati online”.

Questo accordo risulta importante anche al di là dell’oceano, come dichiarato dallo stesso presidente della FTC che ha spiegato di aver parlato con gli europei e di averli informati di questo accordo e che fornirà tutti i dettagli che vorranno conoscere.

Passport, infatti, è anche nel mirino della commissione europea che, insieme alle autorità nazionali di protezione dei dati, sta studiando il sistema di raccolta dei dati personali su Internet compiuto da Microsoft per determinare se è compatibile con la legislazione europea.

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