Il Parlamento francese sta esaminando, in questi giorni, un progetto di riforma della legge del 1978 sull’informatica e le libertà, che aveva introdotto il principio della protezione dei dati personali.
Il nuovo disegno di legge, che mira a adattare le disposizioni vigenti al più recente sviluppo tecnologico, introduce alcune rilevanti modifiche per quanto riguarda, tra l’atro, le banche dati che raccolgono dati sensibili (stato di salute, origini razziali, opinioni politiche, ecc.), il diritto degli interessati ad essere preventivamente informati in ordine al trattamento dei loro dati e la possibilità di trasferire dati al di fuori dello spazio dell’Unione europea solo a condizione che lo Stato verso il quale sono destinati garantisca un adeguato livello di protezione.
La Cnil (Commission nationale de l’informatique et des libertés), inoltre, potrà esercitare un certo controllo sugli archivi informatici, anche successivamente alla loro formazione, e disporrà di maggiori poteri d’indagine.
Non ci sarà più, infine, alcuna distinzione tra pubblico e privato, ma si dovranno valutare esclusivamente la natura dei dati raccolti e la finalità del trattamento, per verificarne la corrispondenza alle nuove disposizioni legislative.
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La riforma della legge del 1978, secondo quanto hanno dichiarato i sostenitori del progetto, è assolutamente necessaria, non solo per adeguare la legislazione francese alle disposizioni della direttiva europea sui dati personali del 1995, ma anche e soprattutto perché, rispetto all’epoca in cui fu varata la legge in questione, lo sviluppo delle nuove tecnologie e la diffusione di Internet hanno profondamente cambiato la natura e la gravità delle forme di possibile attentato al diritto dei singoli alla riservatezza nella raccolta e nel trattamento delle informazioni che li riguardano.