I link promozionali costituiscono, generalmente, parte integrante delle pagine Web segnalate dai motori di ricerca e sono segnalati graficamente in modo tale che sia difficile per gli utenti distinguere i link sponsorizzati dai risultati gratuiti generati dai motori di ricerca.
La Federal Trade Commission (FTC), la commissione federale americana per il commercio, ha perciò deciso, nei giorni scorsi, di chiedere espressamente ai motori di ricerca e ai siti affiliati ai sistemi di posizionamento a pagamento di consentire agli internauti di poter distinguere più chiaramente i risultati sponsorizzati dagli altri.
L’intervento della FTC è stato sollecitato dalla Consumer Alert, un’associazione americana per la difesa dei consumatori, co-fondata da Ralph Nader, che aveva intentato, lo scorso anno, una causa contro alcuni tra i più noti motori di ricerca, per pubblicità ingannevole.
Un sondaggio realizzato dall’associazione Consumer Union, poi, ha dimostrato che quasi il 60% degli internauti non sa che molti siti utilizzano il sistema dei link sponsorizzati per far emergere alcune pagine tra i risultati ottenuti con i motori di ricerca, e che l’80% degli intervistati vorrebbe che i siti affiliati segnalassero in modo più evidente la loro partnership con le società di posizionamento a pagamento e indicassero i link sponsorizzati.
Dopo il monito della FCT, alcuni siti hanno già preso provvedimenti. MSN (Microsoft), per esempio, ha trasformato la dicitura “liste specialistiche” in “siti sponsorizzati”. Terra Lycos (Lycos e HotBot) ha iniziato a indicare i risultati a pagamento come “ricerche sponsorizzate”.