La società scozzese Bonnier Media Ltd, proprietaria ed editrice del giornale “business a.m.” – il cui marchio era stato regolarmente registrato – aveva, in seguito, deciso di registrare anche il nome di dominio. Il sito Internet, in breve tempo, aveva acquistato una vera e propria rinomanza, diventando una parte sostanziale del giornale.
La Bonnier Media era stata, in seguito, contattata da Greg Lloyd Smith, che proponeva di cederle alcuni nomi di dominio confondibili con quello da lei registrato, in cambio di un’ingente somma di denaro. Quest’ultimo aveva infatti registrato ben 22 nomi di dominio, contenenti le parole “business a.m.”, in diverse combinazioni.
La Bonnier Media non ha ceduto al ricatto e si è rivolta all’autorità giudiziaria scozzese. Il convenuto si è difeso affermando l’incompetenza del giudice scozzese, essendo lui stesso domiciliato in Grecia.
La Suprema Corte scozzese ha invece affermato la necessità che i giudici di un paese possano ostacolare la commissione di illeciti che minacciano di tradursi in danni concreti sul territorio di loro competenza, senza dover ricorrere ad un tribunale straniero. Ha, perciò, ritenuto che un comportamento di questo genere si era tradotto sicuramente in un danno con effetti sul suolo scozzese, stabilendo così la propria competenza.