Avendo riscontrato un virus nella rete informatica, la Direzione Provinciale del Lavoro di Potenza ha incaricato una ditta specializzata di effettuare una bonifica del sistema e di accertare la causa dei problemi insorti. Attraverso queste indagini, è così emerso che i computer erano stati infettati a seguito dell´istallazione di giochi e software non autorizzati e a causa dell´illecita navigazione su siti Internet a carattere pornografico, effettuata da dipendenti. Il virus si era poi successivamente propagato nell´ambito della Lan dell´Amministrazione.
La Corte dei Conti, Sezione Giurisdizionale per la Regione Basilicata, ha perciò condannato i due dipendenti pubblici al risarcimento sia del costo che l´Amministrazione ha dovuto sostenere per ripristinare il sistema informatico interno, sia del danno da disservizio, inteso come risorse finanziarie e strumentali della Pubblica Amministrazione impiegate ad altri fini.
Occorre ricordare che la Corte dei Conti, già in occasione di un analogo caso di navigazione illecita su siti non istituzionali da parte di un dipendente della Pubblica Amministrazione sul luogo di lavoro, ha avuto modo di chiarire che non viene violata la normativa a tutela della privacy in caso di utilizzo di apparecchiature finalizzate a svolgere un controllo a distanza dei lavoratori. In entrambi i casi, infatti, non si è trattato di «un´ispezione invasiva preordinata al controllo rendicontivo dell´attività del proprio dipendente, ma semplicemente di una verifica a posteriori, che si è resa necessaria a seguito di significative anomalie rappresentate da incursioni di virus provenienti da siti sospetti».