Sembrava che Vivendi avesse a portata di mano la propria salvezza dalla bancarotta: le banche creditrici, infatti, avevano manifestato la disponibilità a rinegoziare il debito del gigante franco-americano dei media. Ma un nuovo ostacolo sembra profilarsi all’orizzonte.
La Commissione per le Operazioni di Borsa (COB, Commission des Opérations de Borse, l’analogo francese della Consob) ha deciso di vederci chiaro nelle operazioni condotte da Vivendi e c’è il pericolo che potrebbe trovare molti scheletri negli armadi dell’azienda franco-americana.
Martedì scorso, funzionari della COB sono piombati negli uffici parigini di Vivendi e hanno iniziato a passare al setaccio tutte le operazioni condotte a partire da gennaio 2001.
Se la COB fa una cosa del genere in un momento tanto delicato, certamente ha buoni motivi per farlo e questa indagine, dagli incerti risultati, potrebbe mandare all’aria i piani di Jean-René Fourtou per rinegoziare il debito con le banche.
Un portavoce della COB ha sottolineato che non c’è stata nessuna informazione particolare a far scattare le indagini, ma l’organismo di controllo della Borsa vuole essere sicuro che il mercato davvero sappia tutto quello che c’è da sapere. Alcuni commentatori pensano che siano stati i casi Enron e Worldcom a suscitare le preoccupazioni della COB e, se così fosse, è ovvio che Vivendi sia il primo gruppo da sottoporre a controllo.
Nessuno, al momento, può dire cosa troveranno i funzionari COB negli uffici parigini di Vivendi, ma certamente la situazione del gruppo franco americano diventa più difficile.