Gli interventi sul futuro del libro (e di qualunque altra cosa) che puntano il dito verso un nemico preciso e lanciano allarmi di gravità assoluta oppure suggeriscono azioni risolutrici nette e decise, mi lasciano dubbioso.
Ultima della serie Seni Glaister, amministratrice delegata di The Book People, che nell’aprire FutureBook 2013 ha invocato l’intervento del governo britannico contro il monopolio di Amazon:
Amazon è giustificata nel pensare di detenere il mercato degli ebook, avendolo creato. Ma come lettrice, consumatrice e genitrice, questa forza dominante al punto di essere inattaccabile mi rende estremamente nervosa. […] Dobbiamo convincere il governo a intervenire perché elimini qualche barriera competitiva.
Non funzionerà perché un monopolio non si costruisce con una sola mossa e con una sola mossa non si abbatte né si indebolisce, tanto meno se si muovono istituzioni nazionali, impossibilitate persino a comprendere pienamente le logiche di un mondo globale, figuriamoci interpretarle.
Sempre a FutureBook è intervenuto anche Brad Stone, autore di The Everything Store: Jeff Bezos and the Age of Amazon, che ha ricordato la sua frase preferita pronunciata da Jeff Bezos:
Non abbiamo molti grandi vantaggi, per cui dobbiamo tessere una rete di piccoli vantaggi.
I monopoli sono vulnerabili. Per esempio, i computer: durante l’estate 2008, sono stati venduti 92 milioni di apparecchi intelligenti con connessione Internet, dei quali nove su dieci erano Windows. Nell’estate 2013, su 269 milioni di apparecchi intelligenti venduti, quelli Windows erano uno su tre.
Nessun governo è intervenuto. I concorrenti hanno dispiegato con reattività e precisione buone idee, rapidità di esecuzione, strategie sagaci e superiori a quelle del monopolista, apprezzate dal pubblico.