Il 6 ottobre scorso, la Commissione europea ha reso noti i risultati di uno studio sull’adeguatezza delle normative sulla privacy a contrastare gli eventuali pericoli suscitati dall’incalzante progresso tecnologico.
Lo studio ha sottolineato che i nuovi strumenti di lotta al terrorismo, introdotti dopo l’11 settembre 2001, così come il lancio sul mercato di telefoni cellulari che permettono di localizzare il conducente di un’automobile, minacciano il diritto al rispetto della vita privata dei cittadini europei.
La legge americana che obbliga le compagnie aeree a fornire informazioni sui passeggeri che volano da o verso gli Stati Uniti, circa i mezzi di pagamento dei biglietti, le agenzie di viaggio utilizzate, gli itinerari del viaggio, le preferenze in materia alimentare o la preferenza sul posto a sedere, poi, è ritenuta, oltre che altamente lesiva della privacy, anche inutile dal punto di vista dell’individuazione di presunti terroristi.
Inoltre, in un futuro non troppo lontano, con l’applicazione delle nuove tecnologie sarà anche possibile, per esempio, controllare e registrare il comportamento dei consumatori attraverso le etichette dei prodotti.
Lo studio, in sintesi, pone l’attenzione sul fatto che, di fronte alla valanga di nuove informazioni, si rende necessaria una protezione più incisiva della privacy dei cittadini, anche nei confronti del dilagare del cyber-crimine, soprattutto per quanto riguarda l’usurpazione d’identità.
La Commissione, alla fine di ottobre, proporrà un modello di normativa sul rispetto della vita privata in materia elettronica, che prevederà, tra l’altro che le informazioni raccolte attraverso i telefoni cellulari sulla localizzazione di un utente, non possono essere utilizzate senza il consenso delle persone intercettate, salvo in caso di urgenza.