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La Cnn compie 20 anni

06 Giugno 2000

La Cnn compie 20 anni

di

Francesco Malgaroli lavorerà per alcuni mesi alla Cnn Interactive. A partire da questa settimana e in esclusiva per i lettori di Apogeonline, il suo diario di viaggio e di lavoro in uno dei siti Internet più importanti del pianeta

Da fuori non c’è traccia di festa, ma solo del gran caldo dell’estate georgiana. Dentro, le celebrazioni sono soprattutto nel parterre di personalità invitate a partecipare al World Report, stato del mondo e sue tendenze nella lettura di Cnn.

Il più famoso centro d’informazione al mondo ha brindato, il primo giugno, ai suoi vent’anni. Un “umile inizio” dice la storia ufficiale, quando Ted Turner mandò in onda il primo canale televisivo via cavo dedicato 24 ore su 24 alle notizie. Erano duecento persone, oggi sono quasi 4.000. Era televisione americana che raccontava al mondo – più che agli Stati uniti – il mondo, oggi e una struttura composita e multimediale che arriva in circa 1.700.000 case e viaggia sempre di più anche in Rete.

Il Cnn center, downtown Atlanta, a prima vista pare concepito con la struttura di un grande centro commerciale, con tanto di piazza popolata da una decina di fast-food, una libreria, il negozio Turner per chi sente la mancanza di una tazza con scritta CnnHeadlinesNews o simili, e annesso un palazzetto dello sport. Si chiama Philips Arena, e suona molto meglio, ci si gioca a basket e hockey – squadre marchiate Turner, naturalmente – si tengono regolarmente concerti. E tra giovedì e venerdì ci sono passati Al Gore, il vicepresidente e aspirante primo cittadino americano, Kofi Annan, Gorbaciov, Steve Case e poi le grandi star televisive.

In casa Turner la chiamano “la rivoluzione quieta”. E che Cnn abbia cambiato la maniera di fare informazione non lo contesta nessuno, neppure i più critici detrattori del modello. Un modello che pure dà segni di fatica e cerca di rinnovarsi. Reggere notiziari a ripetizione per tutta la giornata necessita di un alimento assai scarso: notizie che meritino copertura. Ovvia conclusione: Cnn fa faville con accadimenti straordinari, nella quotidianità rasenta la noia: il nastro informativo si rinnova in maniera impercettibile, la differenziazione dei canali, da quelli sportivi a quello finanziario, serve a poco anche in epoca di new economy cavalcante.

Quel che interessa alla gente – dice un adagio diffuso negli Stati uniti – sono guerre e previsioni del tempo. Le prime, per fortuna, sono meno numerose di quel che si crede. E devono comunque avere caratteristiche particolari: a cominciare dal fatto che ci devono essere coinvolti soldati americani o almeno occidentali per sollecitare gli spettatori. Le previsioni atmosferiche sono un must. Ma anche quelle, fuori dai colloqui da ascensore, vanno bene in caso di cicloni, alluvioni e siccità. Tutte cose che è meglio non augurarsi di dover raccontare.

Ma se Cnn ha cambiato – nel bene e nel male – il modo di fare informazione, ora sono gli strumenti informativi che impongono un mutamento di mentalità e modi di lavorare. È cominciata l’età della rete, ed è cambiato tutto. Ad Atlanta sembra lo sappiamo molto bene. Da Cnn.com sono nate le filiazioni spagnole, giapponesi, danesi… Da metà novembre c’è in rete Cnnitalia.it, primo caso di rapporto congiunto tra la casa madre americana e una struttura estera – che in questo caso è Repubblica. Nella rete andranno i maggiori investimenti del futuro. E la newsroom di Cnn Interactive è sempre di più una rappresentazione in piccolo del mondo: si parla spagnolo, portoghese, italiano, giapponese. È annunciato l’arrivo dei tedeschi – e qualcuno ha già soprannominato il futuro sito CnnDeutschland_uber_alles.com – e poi dei francesi, poi chissà di chi altro.

E il futuro è in colossali accordi commerciali e fusioni. Gli “umili inizi” della mitologia adesso attendono il giudizio dell’antitrust: sul tavolo c’è la fusione tra Time-Warner (proprietaria di Cnn) e America On Line. La potenza della televisione (e del cinema e della carta stampata) coniugata ai nuovi raiders del Web. Difficile dire cosa ne verrà fuori. Di certo, al quartier generale di Atlanta si troverà qualcuno pronto a rispondere che “Cnn sarà lì per raccontarlo”. Perché alle leggende qui si crede come fossero vangelo.

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