Il fenomeno della economia della Rete si fa sentire non solo per i roboanti effetti sulle Borse mondiali.
Conseguenza immediata dell’esplosione di questa “nuova economia”, delle nuove fortune attirate dall’eldorado dell’e-commerce, è la presenza di “nuovi ricchi” che si affiancano ai vecchi padroni del vapore.
I primi segnali arrivano dalla Gran Bretagna, dove gli imprenditori del virtuale fanno parte delle classifiche pubblicate dalla stampa inglese.
I nuovi re di Internet, infatti, entrano nella “top 300” degli uomini più ricchi del Regno Unito.
Il palmares del “Rich report 2000”, che sarà edito dal Sunday Times domenica prossima, vede per la prima volta 18 imprenditori che hanno fatto fortuna con Internet.
Il primo inglese a classificarsi (al 28 posto) è Mike Lynch, il capo della società di software Autonomy, con un capitale borsistico passato da 50 milioni a 750 milioni di sterline (2.250.000.000.000 di lire circa) in meno di sei mesi.
Al secondo posto tra i “nuovi ricchi” del Regno Unito, si trovano Terry Plummer e Wayne Lochner, che hanno fatto soldi vendendo software di giochi video al gigante britannico di telecomunicazioni mobili Vodafone AirTouch per Internet. Ognuno dispone di 368 milioni di sterline (1.104.000.000.000 di lire circa).
Dinesh Dhamija, la direttrice della società Ebookers.com (prenotazioni di biglietti aerei su Internet) – che ha registrato perdite – è al 189 posto, con una fortuna valutata in 153 milioni di sterline (459.000.000.000 di lire circa).
L’altra classifica, che riguarda i giovani miliardari, fa largo agli imprenditori di Internet.
Addirittura la secondo posto si classifica Charles Nasser, creatore nel 1996 del fornitore di accessi ClaraNet, con un patrimonio stimato in 300 milioni di sterline (900.000.000.000 circa di lire), dietro – addirittura – all’erede della famiglia Guinness, il conte d’Iveagh.
La ventisettenne Martha Lane Fox, direttrice della società Lastminute.com (prenotazione di viaggi) si classifica in 15 posizione. È una delle più “povere”, con un patrimonio stimato in soli – si fa per dire – 30 milioni di sterline (90.000.000.000 di lire circa).