Il governo americano tenta da alcuni mesi di stabilire uno standard internazionale per proteggere privacy degli utenti Internet, ma inciampa nella classica “buccia di banana”.
La storia ha del sorprendente.
Freevibe, un sito governativo creato per i giovani alle prese con problemi di droga o alla ricerca di informazioni sui “paradisi artificiali”, utilizza la controversa tecnologia dei “cookies” per seguire il posizionamento dei visitatori nelle pagine e, probabilmente, seguirli nel cyberspazio.
E questi cookies, per di più, sono gestiti dalla società DoubleClick, attualmente sotto inchiesta per uso abusivo di informazioni personali.
Avvertiti da qualche utente, la Casa Bianca non ha tardato a reagire.
“Faremo il necessario per mettere fine a questa pratica”, ha rassicurato Joe Lockhart, del servizio di comunicazione dell’amministrazione Clinton durante un incontro con la stampa.
La casa Bianca, però, è stata pronta a reagire ma non, con la stessa velocità, ad agire.
Infatti fino a questo momento i cookies di Freevibe funzionano sempre benissimo.
Il sito di Freevibe all’indirizzo http://www.freevibe.com/index.shtml