La frase è di Horace Dediu, analista di Asymco, all’indomani della sequenza di incendi e surriscaldamenti che hanno portato Samsung a terminare la produzione di Galaxy Note7. (Chi ne ha uno consideri seriamente di cambiare.)
Hmm. I wonder if we will soon see a quarter when one phone maker captures 100% of the profit in the industry.
— Horace Dediu (@asymco) October 11, 2016
La vicenda costerà molto all’azienda coreana, anche se presumibilmente meno dei diciassette miliardi di dollari sparati da Reuters. Potrebbe essere sufficiente ad azzerare nel breve i profitti di Samsung nel settore. Dove Samsung, assieme ad Apple, raccoglieva finora più del cento percento dei profitti totali.
Note 7 fiasco could burn a $17 billion hole in Samsung accounts https://t.co/aZeiRtgG1i
— Reuters Business (@ReutersBiz) October 11, 2016
Google ha appena annunciato la propria linea di smartphone Pixel, che viene prodotta da HTC. La quale guadagnerà non dalla vendita con il proprio marchio, assente sui modelli annunciati, ma dall’accordo con Google. In pratica, l’azienda taiwanese ha preferito (o si è vista costretta a) produrre su commessa, come una Foxconn, invece di competere nella vendita al dettaglio.
Il resto, si diceva, sono briciole. Microsoft ha compiuto un lungo viaggio dagli accordi con Nokia fino al suo assorbimento fino ad abbandonare nella sostanza la gara. Gli emergenti cinesi, come Huawei e Xiaomi, hanno avuto buon gioco nel buttarla sul prezzo e togliere fiato a Samsung, però seguono un modello di business che appunto taglia i costi al posto di creare valore. Viene già cannibalizzato da ancora più sotto (Oppo, ZTE, Vivo) e ha già dato segni di rallentamento.
Mantenerli costa
Accendere un business di telefoni intelligenti rende. Continuare a farlo rendere dopo il successo iniziale riesce solo ad Apple e, finora, a Samsung. Altrimenti si va in pari o in perdita. Il business rende inoltre a Google ma indirettamente, grazie alla vendita degli utenti agli inserzionisti. Per altri non c’è spazio.
Mentre le sottomarche ci saranno sempre, avremo da qui a tre anni una significativa riduzione delle marche di smartphone in vendita. È stata una bolla e scoppierà presto. A chi progetta acquisti che durino nel tempo occorre da adesso fare bene i calcoli.