Gli inglesi della BBC riscoprono l’anima profondamente liberal e si fanno paladini degli internauti contro la “commercializzazione” compiuta dai motori di ricerca.
E mettono online un loro motore di ricerca “senza fine di lucro”.
Facciamo un passo indietro.
Come banalmente è stato detto da che è nata l’informatica, ogni volta che digito su un computer o, adesso, navigo su Internet, lascio un segno del mio passaggio.
Bene, tutti sappiamo come questo “segno” è stato preso e raffinato da chi ha interesse a sapere dove vado e quanto tempo ci rimango.
Insomma, che tipo di scelte compio sulla Rete e le mie preferenze.
I motori di ricerca sono uno strumento utile per riuscire a raggiungere l’obiettivo di ricerca con il minimo sforzo e sono tra i siti più utilizzati, anche se la loro importanza è sempre più intaccata dai portali (siti che guidano l’utente verso il settore di interesse) e dalla capacità di molti utenti (secondo recenti studi) di orientarsi da soli.
Ogni volta che si va su un motore di ricerca, questo segna la parola che ho ricercato e i siti che ho visitato. Informazioni utili a chi fa ricerche di mercato.
Altri, poi, più o meno apertamente fanno apparire in buona posizione un sito sulle pagine di ricerca dietro pagamento, contando sul fatto che l’utente sia pigro e scelga i primi della lista.
Ecco dunque la scelta del sito della BBC di utilizzare un motore di ricerca “oggettivo” e non legato a fini commerciali ed “editorialmente indipendente” come scrive nella pagina di spiegazione.
Unica pecca, il nazionalismo tutto anglosassone. Infatti, favorisce solo i siti britannici nelle pagine dei risultati di ricerca. Ma, si sa, la BBC è la televisione pubblica britannica e svolge appieno il suo ruolo di servizio pubblico al servizio di Sua Maestà e dei sudditi britannici.