Si dice che chi vuole fare computer music di livello e senza impazzire per gestire complesse interfacce e trovare compatibilità con i tool audio disponibili, debba rassegnarsi a non utilizzare piattaforme open source.
Eppure MuseScore, il più evoluto progetto open source per l’editing, la gestione e la produzione di partiture musicali, sembra essere arrivato ad un livello di maturazione davvero sorprendente. Non solo: MuseScore è anche una piattaforma (aperta, gratuita, e con funzioni social) in cui è possibile pubblicare esecuzioni di musica classica e affiancarle alla relativa partitura. L’effetto per il fruitore è di sicuro impatto, specie per coloro che hanno un minimo di competenze musicali.
È di questi giorni una notizia nella quale la creatività open si estrinseca in due diverse forme: da un lato, appunto, l’utilizzo di una software e di una piattaforma MuseScore, dall’altro il rilascio del risultato ottenuto in un regime di copyright molto libero.
La pianista Kimiko Ishizaka, infatti, ha realizzato una particolare interpretazione delle Variazioni Goldberg di Bach e l’ha rilasciata sull’apposita piattaforma MuseScore applicandovi il waiver di CC0, ovvero il tool di Creative Commons per il rilascio in pubblico dominio.
Questa iniziativa rientra in un più ampio progetto basato a Colonia in Germania, avviato nel marzo 2011 e chiamato proprio Open Goldberg Variations. Nella pagina di presentazione del progetto si legge:
We are creating a new score and studio recording of J.S. Bach’s Goldberg Variations, and we’re placing them in the public domain for everyone to own and use without limitations on licensing. Bach wrote his seminal work over 270 years ago, yet public domain scores and recordings are hard or impossible to find. Until now! This project will start by creating a new engraving of the Goldberg Variations using the MuseScore notation software. The edition will be subject to scholarly review, and when it is finished, it will be available to everyone to own and use without limitations.
Qualcuno giustamente si chiederà: “ma le opere di Bach (che è sicuramente morto da più di 70 anni) non dovrebbero essere di per sé in pubblico dominio?”. Infatti lo sono; a non essere in pubblico dominio sono appunto i diritti di esecuzione e di produzione fonografica (i cosiddetti diritti connessi). E l’applicazione di CC0 permette di sgombrare il campo da ogni dubbio sui diritti d’uso.
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