L’Istat ha reso noti i risultati dell’ultima indagine sulle tecnologie dell’informazione e della comunicazione utilizzate dalle famiglie italiane. I dati sono decisamente poco incoraggianti e sottolineano per l’ennesima volta il cosiddetto «digital divide» rispetto agli altri paesi della Comunità Europa. La percentuale delle famiglie che dispone di un accesso al Web è solo del 35,6%: di cui il 18,7% su linea telefonica tradizionale e il 14,4% su ADSL. Un livello sconfortante che vale all’Italia il quindicesimo posto nel ranking UE; in testa vi sono Olanda (80%), Danimarca (79%) eSvezia (77%), mentre in coda Grecia (23%), Slovacchia (27%), Ungheria (32%).
I dato più «triste», comunque, è che il 39,6% degli un-wired sostengono che Internet è inutile; il 31%, invece, ha confessato di non disporre delle capacità sufficienti per il suo utilizzo. Il 12,2% vi accede normalmente dal lavoro; il 9,1% ritiene troppo costoso il collegamento.
Per quanto riguarda, invece, la telefonia mobile l’82,3% delle famiglie possiede almeno un cellulare. Una percentuale di poco inferiore a quella dei televisori che raggiunge il 93,9%. Seguono il videoregistratore (63%), il lettore DVD (50,7%) e il PC (46,1%).