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Iridium: cronaca di una crisi annunciata

05 Ottobre 1999

Iridium: cronaca di una crisi annunciata

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Il telefonino satellitare di Iridium voleva essere una rivoluzione in grado di cambiare il modo di comunicare e sta, invece, dimostrando come la tecnologia deve sempre confrontarsi con il mercato

Da un bel po’ se ne parlava e ormai anche le comunicazioni ufficiali ammettono la difficile situazione economica di Iridium, che potrebbe portare al fallimento della società. Iridium ha richiesto l’amministrazione controllata per frenare le richieste dei creditori, che esigono con urgenza il pagamento di cospicue tranche dei 1.280 milioni di dollari di debiti accumulati. La situazione dell’azienda è preoccupante soprattutto perché nel primo trimestre del 1999 ha registrato in conto economico una perdita secca di 500 milioni di dollari. Un vero bagno di sangue per gli azionisti che sono fuggiti di corsa facendo precipitare il titolo dai 50 dollari dell’anno scorso ai 4 dell’ultimo periodo.

Iridium era nata dall’idea faraonica del boss della Motorola Bary Bertiger che decise di costruire un consorzio per lanciare un progetto di telefonia satellitare che potesse essere utilizzato in tutto il mondo, anche nelle zone più impervie. L’idea ha richiesto miliardi di dollari d’investimenti per lanciare i 66 satelliti che costituiscono l’infrastruttura di rete e per il lancio pubblicitario. Il terminale utilizzato da Iridium è simile ai tradizionali, opportunamente carrozzato con una grossolana antenna.

Probabilmente il progetto era stato lanciato e proposto agli investitori, tramite un business plan scritto in modo approssimativo. In realtà, un’obiezione sorgeva spontanea: il progetto Iridium era affascinante, ricco di tecnologie, ma da dove potevano venire ragionevolmente gli utili?

In effetti, a cosa mai potrebbe servire questo megatelefono globale ora che i telefoni cellulari (GSM, DCS o PCM) funzionano egregiamente ovunque? Eventualmente Iridium potrebbe essere utilizzato da una nicchia molto ristretta di mercato con esigenze particolari. Ma questo non riesce a giustificare gli enormi investimenti e i relativi costi fissi. D’accordo, la pubblicità di TIM, che distribuiva Iridium in Italia, con Soldini che telefonava a zonzo per l’oceano, era affascinante. Ma quanti Soldini esistono al mondo? E soprattutto, quanti di questi sono disposti a sobbarcarsi gli elevati costi del telefono satellitare?

Il secondo problema è probabilmente legato a Internet che è ormai così pervasiva da permettere di essere reperibili ovunque (evitando savane, steppe e deserti), con l’e-mail, integrando telefonia tradizionale, Internet Phone o messaggistica scritta e vocale.

Il prodotto Iridium dovrà essere totalmente riposizionato come marketing e reso più snello da gestire. Occorrerà anche che l’azienda si faccia venire delle buone idee per riciclare i 66 satelliti che girano sulle nostre teste per rientrare degli investimenti fatti, evitando che ricadano a terra come ferraglia. Un altro quesito irrisolto è quello che viene dai circa 10 mila abbonati al servizio. Se Iridium fallirà che faranno del loro megatelefonino?

L'autore

  • Vittorio Pasteris
    Vittorio Pasteris è un giornalista italiano. Esperto di media, comunicazione, tecnologia e scienza, è stato organizzatore dei primi Barcamp italiani e collabora con il Festival del giornalismo di Perugia.

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