Da quando in gennaio Apple ha presentato al mondo il nuovo iPad qualcosa è cambiato. Steve Jobs infatti non ha proposto soltanto un nuovo dispositivo, ma un nuovo modello di interazione uomo-macchina, un nuovo modo di concepire gli strumenti che ci mettono in comunicazione con i nostri network e che ci consentono di accedere ai contenuti digitali. Il mercato, finora, ha ampiamente premiato l’approccio di Apple: 3 milioni di iPad venduti soltanto nei primi 80 giorni negli Stati Uniti sono un successo indiscutibile per il dispositivo diventato capostipite della nuova famiglia dei tablet device – per la quale Forrester Research prevede una fetta di mercato del 23% entro il 2015.
Oltre il segmento consumer
La caratteristica più innovativa di questi dispositivi, almeno per il momento, è la capacità di abbattere alcune barriere tra l’utente e i suoi contenuti digitali. L’accesso ai contenuti digitali, infatti, è la vera specialità dei tablet device, almeno per il momento, e tale accesso avviene con meccanismi di interazione con l’utente del tutto nuovi. Il dispositivo infatti non prevede un vero e proprio boot del sistema, è sempre disponibile, non ha una vera e propria tastiera, l’interazione con l’utente avviene in modalità completamente intuitiva, l’interazione multi-touch e l’insieme di movimenti che consentono di interagire con il sistema sono semplicemente naturali. Provate a dare un iPad a un bambino di cinque anni e ve ne accorgerete. La vocazione con cui nascono iPad e i suoi fratelli è dunque prettamente consumer. L’utente tipico è quello che vuole accedere ala posta elettronica, al web, ai filmati di YouTube, ai social network, oppure più semplicemente ai propri contenuti multimediali.
I tablet possono essere utilizzati anche come strumenti di lavoro? La domanda è legittima: spesso, infatti, il mercato consumer e quello enterprise si scambiano idee e principi di innovazione. Spesso i dispositivi industriali trovano una collocazione consumer (il personal computer è il capostipite di questo fenomeno) e allo stesso modo piattaforme inizialmente concepite per un utilizzo consumer vengono poi adottate in ambito enterprise. A una prima analisi si potrebbe rispondere che dispositivi come iPad possono essere utilizzati in azienda a condizione di avere a bordo software dalle caratteristiche simili a quelli utilizzati tipicamente in ufficio oppure sul notebook. Se il lavoro consiste nell’utilizzare principalmente i software di office automation, allora probabilmente l’utilizzo di piattaforme software dedicate, come iWork di Apple può consentire l’utilizzo di questi dispositivi in ambito professionale. Al contrario è difficile che uno sviluppatore software oppure un disegnatore Cad possa realmente utilizzare, almeno per il momento, piattaforme di questo tipo per le sue attività.
Spazio di mercato
È bene considerare però che questo tipo di piattaforma, leggera, sempre connessa e con importanti funzioni multimediali, può trovare una collocazione enterprise all’interno di una nicchia di mercato fino a oggi sconosciuta. Esiste infatti un segmento ancora non presidiato costituito da tutte quelle situazioni nelle quali l’utilizzo di notebook o netbook è scomodo, mentre il ricorso al palmare o smartphone è inadeguato per questioni di dimensioni o usabilità. Gli spazi sono numerosi e con essi le opportunità di business, ma è bene non dimenticare alcuni principi fondamentali. Innanzitutto il modello di distribuzione delle applicazioni su dispositivi iPad: attualmente è prevista la distribuzione in-house, cioè all’interno dell’azienda che in autonomia si realizza le proprie applicazioni, esclusivamente tramite l’adozione del iPhone Developer Enterprise Program, un accordo riservato ad aziende con almeno 500 dipendenti.
Inoltre è bene considerare che le applicazioni di caratura enterprise, indipendentemente dalla piattaforma di destinazione, devono essere dotate di tutte le caratteristiche di qualità cui siamo abituati per le applicazioni tradizionali: sicurezza, affidabilità, robustezza, performance, scalabilità e integrazione con sistemi di back end aziendali che dovranno in qualche modo essere modellati e preparati per essere utilizzati da questo nuovo parco applicativo. Chi vuole proporsi in questo mercato deve quindi essere innanzi tutto un system integrator, in grado di concepire l’applicazione su tablet device come una delle possibili viste applicative di un’architettura a servizi di più ampio respiro, nella quale produrre servizi applicativi ben orchestrati e con tutte le caratteristiche di qualità proprie di un’infrastruttura enterprise. Inoltre, per quanto riguarda la componente puramente applicativa erogata su tablet device, è necessario dotarsi di un’importante esperienza sulle piattaforme di sviluppo dedicate e di un buona conoscenza dei modelli di interazione uomo macchina che questa nuova famiglia di dispositivi ha reso disponibili.
Terminale aziendale
Quali sono quindi le situazioni business che potrebbero beneficiare di nuove applicazioni industriali che prima non potevano essere realizzate solo per la mancanza di un dispositivo adeguato? Innanzitutto tutti quei casi in cui ci si deve muovere con agilità avendo a portata di mano numerose informazioni, anche multimediali, senza per questo doversi portare dietro cataloghi e listini o dover per forza utilizzare un notebook: molti rappresentanti di commercio si sono convertiti a questa modalità di interazione con il campionario. Un’altra situazione interessante è data dall’integrazione di informazioni enterprise, per esempio l’anagrafica dei clienti, con le caratteristiche di geolocalizzazione del dispositivo: l’integrazione può avvenire direttamente sul dispositivo con tecniche di mash up gestite direttamente dalle applicazioni installate che possono accedere alle informazioni di geolocalizzazione. È possibile inoltre realizzare applicazioni per il top management, cruscotti che – accedendo ai servizi aziendali in modalità protetta – possono recuperare e aggregare in modalità grafica informazioni economiche, finanziarie, di produttività o di vendita. Lo spazio dunque c’è, è in forte crescita e promette sviluppi ancora più interessanti. Ora servono soltanto sviluppatori e aziende dotate di visione e un pizzico di fantasia. Intanto già si parla di un iPad versione 2.0 che allargherebbe ulteriormente le potenzialità applicative.