Ha fatto notizia il matrimonio tra il ventottenne inglese Alex e la ventitreenne statunitense Siobhan, dato che gli sposi si sono conosciuti attraverso Chatroulette, il servizio di incontri via webcam che più casuali ed effimeri non si può.
E in effetti, per non perdersi dopo un istante nel turbinio di volti sconosciuti di ChatRoulette, la nuova coppia ha immediatamente stretto legami più solidi per quanto sempre social:
We started to panic that we might press the next, button and we would be lost forever, so we added each other on Facebook.
Non sono una novità, i matrimoni combinati attraverso la Rete. I partecipanti a realtà virtuali come World of Warcraft si sono conosciuti e sposati nella vita vera combattendo insieme contro qualche boss, oppure hanno organizzato una doppia cerimonia, quella tradizionale e quella dentro il gioco (dove la location più gettonata è notoriamente la Cathedral of Light nella capitale umana di Stormwind City).
Ma continuano a fare notizia. Il sospetto è che gli incontri sulle reti sociali sfocino in un sì con percentuali nettamente inferiori rispetto alla media usuale, là dove invece è oramai acclarata la potenza di Facebook e compagnia per invitare e gestire i partecipanti alle cerimonie.
Ovvio che l’interazione via browser sia meno profonda di altre. Ma anche quella della discoteca o della biblioteca, per dire. E però “funzionano” molto meglio in prospettiva nuziale. Come mai?