Studi sull’impatto delle nuove tecnologie della comunicazione e di Internet in particolare, soprattutto dopo il boom di quest’ultima, se ne sono realizzati molti.
Alcuni però, lasciano perplessi e odorano di discriminazione.
Un’università inglese sta realizzando uno studio sull’impatto di Internet sulla comunità gay e bisessuale. Per la precisione, quanto Internet spinga queste persone ad adottare comportamenti a rischio.
Detto in altre parole, quanto il Web possa incidere sull’aumento e diffusione dell’HIV presso le comunità gay, come se Internet si potesse paragonare a luoghi a rischio come saune o le “blackroom”.
Per assurdo, se qualcuno di noi incontrasse su una chat, senza saperlo, un portatore sano del virus dell’HIV potrebbe essere infettato?
Dunque, siccome esiste Internet aumenta il livello di pericolosità nei comportamenti sessuali.
È una vecchia musica, già sentita. Siccome c’è la Rete, ci sono i pedofili, i sessuomani, aumentano gli stupri, le frodi, i furti di carte di credito e chi più ne ha, più ne metta nell’elenco dei crimini o dei comportamenti illeciti.
Sul caso specifico, poi, non si capisce perché restringere al solo campo dei gay la ricerca quando da molte fonti autorevoli, si levano grida di allarme sull’aumento dell’AIDS nelle coppie eterosessuali.
Comportamenti a rischio o criminali ci sono sempre stati ed è nella coscienza di ognuno cercare di evitarli. In questo Internet non c’entra nulla. Semmai è una mera questione di giusta educazione e rispetto verso gli altri.