Nel mondo occidentale e, soprattutto, in Europa i modelli di rappresentanza politica mostrano il passo. Dappertutto in calo la partecipazione alle urne e la disaffezione all’impegno politico. Solo Internet può ridare smalto alla democrazia.
Lo affermano due comitati canadesi formati da parlamentari, consiglieri regionali e comunali.
Secondo loro, Internet potrà ridare nuovo slancio al federalismo (il Canada è uno stato federato), aumentare la responsabilizzazione, rinforzare la democrazia e trasformare le attività politiche tradizionali.
Secondo il Crossino Boundaries Political Advisory Committee e il Center for Collaborative Government, la rete potrà cambiare il metodo di reclutamento dei membri e le campagne di finanziamento.
I due comitati sono d’accordo sull’uso di Internet in politica. Per il semplice fatto che chiunque può creare un sito Web e comunicare con moltissima gente, vuol dire che questa è una tecnologia che favorisce la democrazie e ha il merito di essere inclusiva.
Invece di costosi congressi o per il bisogno di corrispondenza quotidiana con i propri iscritti, i partiti possono servirsi di Internet come strumento anche per reclutare nuovi sostenitori con pochissima spesa.
Su un punto, poi, sono d’accordo: è difficile che i partiti politici scelgano la propria leadership attraverso la rete, ma possono utilizzarla per il dopo congresso e mantenerne così alto lo spirito.
Insomma, i tempi non sono maturi per una democrazia compiutamente “elettronica”, ma intanto si può iniziare ad utilizzare la rete come strumento di comunicazione tra gli iscritti, il vertice dei partiti e il resto dei cittadini.
Questo concetto, che è diventata una vera e propria ricerca, sfocerà, nel prossimo maggio, in una conferenza nazionale a Ottawa, di cui speriamo poter dare notizia.
Il Crossing Boundaries Iniziative è il più importante ente di ricerca e di consulenza canadese nel campo dell’e-gouvernment ed è formato da 16 ministri e numerose organizzazioni del settore privato.