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Internet a scuola: per giocare o studiare?

22 Febbraio 2000

Internet a scuola: per giocare o studiare?

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Secondo uno studio gli studenti a scuola fanno uso di internet per giocare anziché per usi strettamente didattici

Sono circa un centinaio i siti cui spetta la metà del traffico generato da quanti si collegano a Internet dalle scuole. Un traffico che andrebbe variamente spartito tra quasi 2.000 siti, per lo più in ambito commerciale, entertainment o motori di ricerca. Questi i dati centrali di una nuova indagine condotta negli Stati Uniti da N2H2, produttore di software “filtro” utilizzato in circa 2.000 istituti sul territorio nazionale. Grazie alle proprie tecnologie di monitor, l’azienda ha verificato le abitudini online di oltre 350.000 studenti dislocati in 43 grandi centri urbani.

Secondo i responsabili di N2H2, quanto riportato solleva il problema delle modalità correnti sull’impiego di Internet in aula. Sembrerebbe infatti che gli studenti preferiscano farne uso per giocare e divertirsi anziché per usi strettamente didattici. Pur ammettendo che la società “ha appena iniziato a lavorare sulle risultanze della ricerca.” Non a caso il direttore dei programmi tecnologici della National School Boards Association mette rapidamente in guardia sul fatto che da tali dati non sia possibile trarre alcuna conclusione specifica sulle funzioni educative di Internet nelle suole.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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