Si chiama Intellipedia e il suo nome e la sua esistenza sono state rivelate dal discusso supercapo dell’intelligence americana, John Negroponte. Come la celebre antenata, è un sistema di raccolta di competenze e conoscenze che viene arricchita man mano dagli analisti delle sedici agenzie segrete che formano l’intelligence americana (quella che si è fatta sfuggire l’attentato alle Torri Gemelle, che non trova Bin Laden e ospita i cosiddetti “prigionieri” nel carcere extraterritoriale di Guantanamo) e custodita sulla rete supersegreta Intelink Web.
Nata il 17 aprile di quest’anno, ospiterebbe già 28 mila pagine e 3.600 utenti registrati, come riporta in una nota la Reuters. Esiste anche una versione meno restrittiva per materiale «segreto» e «sensibile ma non classificato». Ma c’è già chi esprime dubbi proprio sulla sicurezza di questa rete, soprattutto dopo la fuga di notizie di un dossier che indica l’Iraq attuale come fattore potenziale di crescita del terrorismo: una rivelazione imbarazzante per l’amministrazione Bush.
Ma è Michael Wertheimer, direttore della sezione tecnologica dell’ufficio di Negroponte, a gettare acqua sul fuoco. «È un rischio calcolato – dichiara Wertheimer alla Reuters – C’è sempre il pericolo che queste informazioni si ritrovino sui media per delle fughe di notizie».
I responsabili di questa «enciclopedia per spie» non nascondono il loro entusiasmo per la possibilità di mettere a disposizione una grossa mole di dati e informazioni, rapporti e dossier e, giurano, troveranno spazio anche le opinioni divergenti.
Questa rete – se tutto andrà come previsto – sarà a disposizione nel futuro anche per i servizi segreti di Gran Bretagna, Canada e Australia.
Dunque anche James Bond potrà leggere i dossier segreti dei suoi colleghi americani e dare un tocco di classe britannica ai rapporti top secret. Chissà se dentro questa enciclopedia sono finiti anche i pacchi confezionati dal Sismi e i rapporti per «destabilizzare» il quadro politico italiano, insieme ai tabulati Telecom. La speranza è che, come per Wikipedia, anche in questa rete qualcuno controlli la veridicità di quanto riportato.