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Il buon uso delle intelligenze artificiali generative di tendenza passa dall’avere chiaro l’obiettivo e dal curare i prompt con cui rivolgersi al chatbot.

di Sergio Sentinelli, Alessandro Placa

Per salvarsi dall’AI e dalla schiavitù degli algoritmi dovremo diventare umani migliori, meno prevedibili, più curiosi, meno sostituibili: più umani.

di Tomas Chamorro-Premuzic

In rete si trovano mille pretesti per diventare disattenti, litigiosi e inconcludenti. Sta a noi restare umani e scegliere gli usi positivi di Internet.

di Tomas Chamorro-Premuzic

Nell’epoca dell’AI, le piattaforme di comunicazione ci spingono a coltivare ed esibire il nostro sé. OK, a patto di non cadere nel narcisismo digitale.

di Tomas Chamorro-Premuzic

Avvicinarsi al tema della programmazione delle AI è quanto di più attuale e suscita, giustamente, tante domande. Per fortuna ci sono anche le risposte.

di Rishal Hurbans

Siamo lontani dall’idea di portare la macchina a pensare come una persona, ma programmare AI porta a una miniera di soluzioni utili per numerosi problemi.

di Rishal Hurbans

I nuovi assistenti digitali da ChatGPT in poi sono qui per restare e aiutarci. Capiamoli bene e diamoci le risposte che cerchiamo prima di chiedere a loro.

di Mafe De Baggis, Alberto Puliafito

Guardiamo nel cofano delle AI generative come ChatGPT o Midjourney per scoprire quali meccanismi le fanno funzionare (o a volte anche incepparsi).

di Mafe De Baggis, Alberto Puliafito

Entusiasma, inquieta, pone più domande che risposte, ha un potenziale inesplorato, se usata bene è una assistente impagabile. È l’intelligenza artificiale.

di Redazione Apogeonline

Bisogna saper guardare oltre il fatto puramente tecnico, perché si tratta di nuova tecnologia, che però parla direttamente alla nostra parte più umana.

di Mafe De Baggis, Alberto Puliafito

Ci si ritrova ancora a Firenze per parlare di Python e del suo ecosistema. Le cose da fare a PyCon Italia sono innumerevoli; ne abbiamo scelte solo alcune.

di Redazione Apogeonline

L’atto creativo, un tempo monopolio umano, oggi contempla e spesso richiede l’intervento della macchina: serve un diritto d’autore non più antropocentrico.

di Simone Aliprandi