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Instagram, terreno fertile per buone strategie marketing

19 Ottobre 2018

Instagram, terreno fertile per buone strategie marketing

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Ha smesso di essere una moda ed è veicolo prezioso per comunicazione di valore. Le foto? Sì, ma anche le relazioni.

Abbiamo chiacchierato con Chiara Cini, autrice di Instagram Marketing, per sapere a che punto sia oggi Instagram come piattaforma da usare per il marketing oltre che come social per mostrare le foto più amate. Le sue risposte insegnano come individuare opportunità di comunicazione che portano valore. Una volta elaborata, certo, una strategia valida.

Perché recentemente i brand amano tanto Instagram?
Instagram consente un tipo di comunicazione molto immediata e visuale, pertanto efficace per intercettare l’attenzione di un pubblico sempre più distratto, che dimostra di amare molto questo tipo di esperienza. Per di più l’algoritmo non è ancora così severo con i brand come succede per esempio su Facebook: la possibilità di emergere esiste ancora, soprattutto per le aziende che vogliono occupare una posizione di nicchia, ancora non coperta.

Parliamo delle Stories: ci servono davvero o è solo una moda?
Per essere una moda, direi che è piuttosto longeva: ad agosto le Stories hanno compiuto due anni e sono più in forma che mai. Da quando sono state introdotte, hanno contribuito in maniera significativa alla crescita del canale con 400 milioni di utenti attivi al giorno. Credo che la chiave del successo stia nella versatilità in termini di contenuto che offrono alle aziende, che hanno in questo modo la possibilità di interagire in maniera immediata e diretta col pubblico in un ambiente dove non tutto deve essere perfetto, ma dove ciò che funziona di più è l’autenticità. Finalmente è possibile preparare meno contenuti ma postare di più, sfruttando anche l’opzione Live, che Facebook spinge moltissimo come fonte numero uno per le interazioni, oggi al centro dell’algoritmo di Facebook e Instagram.

Qualcuno sostiene che le foto su Instagram stiano cominciando a sembrare tutte uguali. È vero? Ma è più efficace puntare a differenziarsi oppure ricalcare gli schemi più popolari?
Non dimentichiamo che agli albori di Instagram una delle feature che ne ha decretato il successo è stata la possibilità di apporre dei filtri all’immagine, che migliorava così facilmente uniformandosi a uno stile visuale a cui l’occhio era abituato. Oggi effettivamente esiste un linguaggio ormai comune per il racconto di determinati contesti: i paesaggi, il cibo, i ritratti. Ormai abbiamo scolpite in testa immagini che funzionano ed è molto più semplice replicare che trovare soluzioni nuove. Ritengo che da un lato la qualità dell’immagine non sia l’unica cosa che determina il successo di un account su Instagram: è una parte importante, certo, ma un feed può funzionare bene con immagini di qualità media se viene fatto un buon lavoro di contenuto dal punto di vista concettuale e un buon lavoro di relazione. Dall’altra, penso che un requisito fondamentale per un brand che intende emergere su Instagram sia trovare il proprio valore distintivo. Se quello che facciamo noi lo fanno anche tanti altri, allora perché dovrebbero sceglierci?

Il tag Shopping di Instagram: scorrere il feed di Instagram è come fare un giro per le vetrine? Quali sono gli errori più comuni per chi sfrutta questa funzione?
Quando giriamo per vetrine, siamo in cerca di prodotti da acquistare. Quando giriamo nel feed di Instagram siamo in cerca di ispirazione, divertimento, svago. La differenza sta qui: nel far sì che un contenuto non sia apertamente ed esplicitamente promozionale. Stonerebbe. Per mantenere una coerenza con la piattaforma, il nostro non dovrebbe essere un mero invito all’acquisto ma un contenuto che, come gli altri, contribuisce a raccontare il nostro progetto e il nostro valore. Semplicemente, a differenza degli altri contenuti, questo sarà facilmente acquistabile con un solo tocco.

Quali sono i risultati che possiamo realisticamente ottenere – e promettere ai nostri clienti – utilizzando Instagram in chiave strategica? Domandiamolo… a loro:

  • Parliamo di brand che riescono a portare alla luce un loro valore distintivo, una loro nicchia di mercato?
  • Sanno costruire contenuti non solo belli ma anche validi dal punto di vista strategico e rilevanti per il target?
  • Sanno entrare in relazione davvero con il pubblico, interagendo, rispondendo e portando valore?
  • Sanno mettersi in gioco in prima persona esponendosi con un taglio non per forza istituzionale, perfetto, sottoposto a tre livelli di approvazione?

Se la risposta a queste domande è sì, io credo che Instagram possa essere un ottimo canale di vendita o che comunque possa avvicinare ogni brand al proprio obiettivo di marketing, qualunque esso sia:

  • Farsi conoscere (awareness).
  • Farsi scegliere (vendite).
  • Far sì che i clienti si innamorino così tanto da ripetere l’acquisto (fedeltà).
  • Far parlare bene di sé (advocacy).

Questione di chiarirsi le idee e mettere a punto una strategia su misura.

L'autore

  • Chiara Cini
    Chiara Cini, oltre dieci anni di esperienza nella comunicazione digitale, ha sempre vissuto e lavorato in Rete curando progetti e contenuti per importanti brand come Fox, Nescafé Dolce Gusto, Eden Viaggi, Buitoni, Formaggino Mio e molti altri. Oggi è docente e consulente per aziende e professionisti che vogliono cogliere le opportunità del Web per raggiungere obiettivi di comunicazione e marketing. Insegna Digital Advertising all'ESIC Business & Marketing School di Madrid.

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