Douglas Rushkoff, prolifico autore di sei libri su media e tecnologia (tra cui forse il più noto rimane “Media Virus” del 1996), ritiene che le scuole dovrebbero insegnare ai più piccoli come “decostruire i messaggi che gli vengono offerti da televisione, Internet e altri media.” Già nel 1995, con il volume “Playing the future”, andava sostenendo come gli adulti non fossero altro che nuovi immigranti in mondo saturato di informazioni in cui invece i giovani svolgevano la parte dei nativi. Concetti ora sviluppati più a fondo nell’opera di prossima uscita: “Coercion: Why We Listen To What “They” Say”.
Queste alcune delle varie posizioni di Douglas Rushkoff su tali tematiche, sicuramente più pessimiste che in passato sul ruolo “democratizzante” di Internet ora che se ne intuisce meglio valore e portata.
Il modo migliore di fare davvero alfabetizzazione mediologica e informatica — ovvero lo sviluppo della comprensione di quelle peculiari modalità secondo cui vengono costruiti i messaggio dei mass-media, perchè tali messaggi sono messi insieme in quel modo, chi lo fa e cosa ci si vorrebbe far credere — è mettere un bambino davanti a un video editor per mezz’ora. “Una volta che ha imparato a studiare le modalità seguite nella realizzazione del video, egli non sarà più lo stesso.”
Altra riflessione dell’autore: “Alfabetizzazione significa imparare come agire e pensare deliberatamente. Obiettivo delle strategie di marketing è farci agire passivamente, perchè più si è attivi e meno si viene cullati o indotti verso acquisti spontanei, che la gran parte delle volte non hanno nulla a che fare con le nostre esigenze concrete. “