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Informazione e Contenuto: i segreti della comunicazione efficiente

03 Dicembre 1998

Informazione e Contenuto: i segreti della comunicazione efficiente

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Qual è la differenza fra bitmap e vettoriale? Prima di scegliere il formato giusto, scopriamo le diverse strategie per memorizzare le informazioni.

I formati di file rappresentano una delle giungle più ricche e variopinte nel mondo informatico ed è facile ingannarsi su quello che effettivamente sono in grado di darci. Quando ci troviamo a dover scegliere tra un formato e l’altro, spesso lo facciamo basandoci su convenzioni, senza effettivamente sapere perché un particolare tipo di file funziona meglio di un altro. Se vogliamo guadagnare in dimensione non sempre la compressione è la scelta indicata, così come è importante l’uso successivo che si dovrà fare delle informazioni memorizzate.

Descrizione di Informazione e descrizione di Contenuto

A livello astratto, indipendentemente dal contenuto particolare, possiamo distinguere tra due tipi di rappresentazione utilizzata per veicolare tale contenuto: la descrizione di informazione e la descrizione di contenuto. Per capire che cosa si intende con queste due espressioni facciamo un esempio.

È il compleanno di un amico e desideriamo fare in modo che riceva una torta. Possiamo agire in due modi: Preparare noi una torta, consegnarla a un fattorino che la recapiterà all’amico.
Consegnare al fattorino la ricetta della torta. L’amico se la potrà cucinare da solo non appena riceverà la ricetta dal fattorino.
Il tipo di messaggio inviato nel primo caso veicola direttamente il contenuto. Nel secondo caso invece veicola una informazione, in particolare le istruzioni per riprodurre il contenuto effettivo. In una situazione normale sceglieremmo la prima soluzione (anche perché altrimenti gli amici durerebbero piuttosto poco). In questo caso chi ci guadagna è senz’altro il destinatario della torta. Nel secondo caso, però, sia noi sia il fattorino abbiamo un carico di lavoro notevolmente ridotto.
Immaginiamo ora che il mittente sia un server, il destinatario un client e il fattorino una linea di trasmissione (per esempio Internet). Forse possiamo pensare ai pregi dell’invio di Informazioneal posto del contenuto.

Le limitazioni di Internet sono sicuramente da imputare in primo luogo all’ampiezza di banda. In secondo luogo anche a un eccessivo carico dei server. Difficilmente il client non è in grado di sopperire alla quantità di lavoro che la comunicazione richiede, anzi, spesso è talmente libero da poter eseguire altre operazioni contemporaneamente. Ecco allora il segreto: facciamo lavorare un po’ questi client!

Possiamo anche azzardare l’idea che la descrizione di informazione sia a un livello più elevato della descrizione di contenuto. Questa affermazione si basa sul fatto che, mentre è piuttosto semplice passare dalla prima alla seconda (deve esserlo per definizione) non lo è il procedimento inverso: anzi, a volte è addirittura impossibile. Questo risulta comprensibile nell’esempio della torta (per la quale è ben difficile risalire alla ricetta, anche dopo ripetuti assaggi) e apparirà ancora più chiaro con i casi reali, nel paragrafo seguente.

Il server racconta e il client riproduce

Descrizione di Informazione e di Contenuto sono due standard comunemente adottati in ambito multimediale: vediamo i casi della grafica e della musica.
Le cosiddette immagini bitmap sono un esempio di veicolazione diretta del contenuto. Il file contiene direttamente l’immagine, digitalizzata per punti di colore, che può essere immediatamente riprodotta. Sono di questo tipo le immagini usate sul desktop di Windows e nelle pagine Web di APOGEONLINE. La grafica vettoriale, invece, memorizza nel file soltanto la descrizione degli oggetti grafici contenuti (come linee, cerchi, caratteri e così via). Per visualizzare l’immagine occorre “ridisegnare”tali oggetti al momento, partendo dalle istruzioni contenute nel file. Di questo tipo sono i disegni di AutoCAD e alcune clipart di Windows. Nel caso di semplici illustrazioni e disegni, sicuramente la grafica vettoriale rappresenta un mezzo comodo e leggero. D’altra parte non si potrà mai rappresentare mediante vettore una fotografia.

In musica accade esattamente la stessa cosa. Le tracce audio su CD, i file WAV, MP3, AIFF, RealAudio e così via sono tutti esempi di descrizione del contenuto. I suoni sono rappresentati direttamente, mediante digitalizzazione audio, e possono venire riprodotti tramite una semplice conversione digitale/analogico. Il formato MIDI, nato nel 1983 per consentire la comunicazione degli strumenti musicali elettronici, rappresenta al momento attuale l’unico effettivo formato musicale che veicola informazione. Nel file sono memorizzate le note eseguite dai vari strumenti, la loro durata, il volume di esecuzione e i cambi di strumenti. La riproduzione finale implica una elaborazione maggiore, in quanto occorre prendere i singoli suoni campionati degli strumenti e ricostruire il brano audio a partire dalle informazioni contenute nel file MIDI. Analogamente alla grafica vettoriale, anche questo formato ha le sue limitazioni. Per quanto possa andare bene per semplici motivetti o jingle, non si potrà mai riprodurre adeguatamente un concerto per pianoforte e orchestra, e rimarrebbe comunque esclusa la voce.

Ibrido è meglio

Sembra che in informatica si desideri sempre avere tutto, acquisire i pregi di un formato senza perdere quelli dell’altro. Il modo migliore per ottenere questo in ambito multimediale è il ricorso a formati ibridi. Formati, cioè, che contengano sia descrizioni di Informazione(ove questa è sufficiente) sia di contenuto per le situazioni non altrimenti riproducibili. In ambito grafico si sta da tempo aprendo la strada Shockwave. In realtà i file SWF contengono qualcosa in più, in quanto consentono anche la riproduzione di animazioni. Ora anche in ambito musicale si affacciano i primi formati ibridi e Rich Music Format è quello che, come Shockwave, ha avuto il beneplacito di Macromedia (che, come si sa, nel multimediale fa la parte del leone).

Così come SWF contiene sia immagini bitmap sia vettoriali, analogamente RMF contiene sia musiche MIDI sia suoni campionati. In questo modo diventa possibile soddisfare alle esigenze che i file MIDI lasciano aperte, soprattutto in termini di qualità del suono. In realtà, però, tutto dipende ancora una volta dal client. Il motivo per cui il MIDI non riesce a prendere piede risiede nella scarsa qualità dei programmi che, sul client, riproducono tali file.

In Windows, il Lettore multimediale non fa nulla di più che inviare tali informazioni alla scheda audio che, a meno di non possedere un modello particolarmente sofisticato, si limiterà a “sintetizzare”dei suoni di bassa fedeltà. Esistono invece lettori più evoluti e a pagamento, come Jet-MIDI della Cowon (www.cowon.com), che svolgono un lavoro maggiore, convertendo tali formati in suoni campionati riproducibili, in modo analogo a quello che fa il player di Beatnik con i file RMF, oppure il visualizzatore di Shockwave con le animazioni SWF. Con la differenza, però, che questi ultimi sono gratuiti. In definitiva, vincerà il formato con alle spalle una forza commerciale in grado di distribuire gratuitamente il software client per la riproduzione al maggior numero possibile di utenti.

L'autore

  • Alberto Mari
    Alberto Mari lavora col Web dal 1998. La passione per le tecnologie e una cultura umanistica l'hanno portato a occuparsi di editoria digitale e ebook.

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