La Commissione Europea è preoccupata per il destino della Rete. Secondo gli ultimi rilevamenti il protocollo Internet IPv4, utilizzato dal lontano 1984, metterebbe ancora a disposizione non più di 700 milioni di indirizzi – circa il 16% del totale.
A questo punto l’unica soluzione parrebbe essere quella di adottare il nuovo protocollo IPv6: entro due anni il 25% delle aziende, delle amministrazioni pubbliche e delle famiglie dovrebbe quindi compiere il salto per evitare ogni rischio di saturazione.
«Meglio prevenire che curare», ha dichiarato Viviane Reding, Commissaria Europea per la Società dell’Informazione e i Media. «A breve termine, le imprese e le amministrazioni pubbliche potrebbero essere tentate di accontentarsi del vecchio sistema, contenendo le loro esigenze, ma ciò priverebbe l’Europa dell’opportunità di trarre vantaggio dalle più recenti tecnologie internet e potrebbe costringerla ad affrontare una vera e propria crisi nel momento in cui gli indirizzi del vecchio sistema si esauriranno. Il numero di indirizzi nel ciberspazio offerto dal protocollo IPv6 è superiore al numero di granelli di sabbia su tutte le spiagge del mondo. Se i cittadini europei vorranno utilizzare i dispositivi internet più recenti, come le etichette intelligenti nei negozi, nelle fabbriche e negli aeroporti, i sistemi di riscaldamento e di illuminazione intelligenti che assicurano un risparmio energetico, nonché i sistemi di rete e di navigazione installati a bordo delle automobili, saremo di fronte ad un aumento esponenziale della domanda di indirizzi IP. Invito gli Stati membri a far sì che l’IPv6 sia ampiamente utilizzato nelle amministrazioni pubbliche e nelle imprese entro il 2010».
Secondo la Commissione Europea «l’IPv6 favorirà la comparsa di applicazioni internet innovative, in particolare quelle che prevedono il collegamento in rete di un grande numero di dispositivi semplici e di dimensioni ridotte».