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In USA e Giappone banda larga per le masse…oppure no?

11 Luglio 2003

In USA e Giappone banda larga per le masse…oppure no?

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Cresce la rivalità tra i contendenti USA per la migliore DSL, mentre SoftBank rilancia alla grande per conquistare gli utenti giapponesi

Tempo d’estate, tempo di banda larga. Questo lo scenario made-in-USA, dove si fa bollente il mercato per l’accesso iper-veloce a Internet. In lizza contendenti danarosi e agguerriti, suddivisi tra i pacchetti tutto compreso delle compagnie via cavo e la classica DSL offerta dalle aziende telecom e provider vari. Le cifre di giugno 2003 (13 milioni contro 8,5 milioni di utenti, dati In-Stat/MDR) danno sempre in vantaggio le prime, ma il secondo gruppo ha appena lanciato corpose controffensive. Intanto in Giappone si riaffaccia alla grande SoftBank, ex-motore della new economy dei primi anni ’90 oggi assai indebitata. Il redivivo Masayoshi Son giura sulla sua nuova ‘visione’: portare una DSL superveloce, super-economica alle masse di anelanti (e danarosi) giapponesi.

Negli Stati Uniti, punto centrale per rosicchiare spazio al via cavo, manco a dirlo, è il ribasso delle tariffe. Verizon, SBC e EarthLink mirano agli abbonati novelli, con 29.95 dollari al mese per la digital subscriber line (DSL), mentre BellSouth preannuncia addirittura i 24.95 dollari e SBC conferma altre offerte promozionali in arrivo. Il taglio generalizzato riflette la maturità raggiunta dal settore high-speed, almeno secondo un portavoce di Verizon: “Parte del motivo per l’abbassamento dei prezzi riguarda il fatto che stiamo passando dall’utenza di primo pelo ad un mercato di massa”. Ragion per cui le telecom e i provider devono sbattersi non poco onde recuperare fette di utenti vecchi e nuovi già conquistate dai giganti del via cavo, Comcast, Cox e Time Warner Cable, soprattutto per via della superiorità delle prestazioni e la tradizionale offerta integrata di video e, più recentemente, di servizi voce tramite il protocollo Internet.

Comcast è in testa alla classifica con ormai sei milioni di abbonati, avendo attivato i quasi due milioni della vecchia AT&T Broadband Internet acquistata lo scorso novembre. Segue a una certa distanza Time Warner, con quasi 3 milioni di persone paganti. Generalmente le tariffe sono più salate, tra i 40 e i 50 dollari al mese, ma includono anche la programmazione della TV via cavo — elemento-chiave nella scelta per singoli e famiglie. Al quale vanno aggiunte le comuni chiamate telefoniche offerti negli ultimi tempi dalle stesse aziende via cavo, che possono così vantare un pacchetto tutto compreso sotto una comoda bolletta mensile. In contrasto, i carrier telefonici possono offrire soltanto servizi voce e dati, e sembrano lontani i tempi in cui riusciranno ad aggiungere la programmazione TV, se mai ce la faranno. Nel complesso quindi, il marketing tool dei prezzi ribassati non dovrebbe spostare granché l’ago dell’attuale bilancia.

Attenzione, però: aziende telecom e provider promettono ampie strategie a tutto campo. Insieme alle tariffe ridotte di cui sopra, ecco infatti l’avvio di partnership ad hoc con i maggiori portali come ulteriore modalità di diversificazione dai rivali del via cavo. Ad esempio, Verizon offre condizioni speciali agli utenti registrati di MSN, mentre dallo scorso autunno Yahoo e SBC hanno lanciato un proprio servizio riservato a utenti DSL. In entrambi i casi i soggetti coinvolti si spartiscono le entrate derivanti da abbonamenti e inserzioni pubblicitarie. Nel frattempo gli esperti giurano sulla necessità, da parte delle Baby Bells in primo luogo, di attivare o acquisire servizi video. Secondo Mike Paxton, analista presso In-Stat/MDR, un simile passo sarà cruciale “perché le telecom tradizionali vanno perdendo clienti a favore della telefonia via cavo e del wireless.” E proprio l’industria del via cavo, che da metà anni ’90 ha preso a investire miliardi di dollari per migliorare le reti digitali e di comunicazione a due vie, sembra sul punto di incrementare il vantaggio tecnologico grazie alle recenti opzioni di telefonia pura. Cablevision già offre servizi di Voice over IP (VoIP), sfruttando il risparmio garantito dalle linee basate sul protocollo Internet, e “la vera battaglia inizierà quando il via cavo salterà con decisione sul treno della telefonia IP,” aggiunge Dave Burstein, editor della newsletter specializzata DSL Prime.

Se questo è il caldo scenario USA, in Giappone torna alla ribalta la SoftBank, maggior venture capitalist del boom digitale anni ’90. Ricordate?, quella che investì 400 milioni di dollari nel primo Yahoo!, e svariati miliardi di dollari in start-up quali Asahi TV, Kozmo.com, More.com, Webvan. Quasi tutti progetti tanto eclatanti al momento quanto alla fin fine disastrosi: con il successivo dotcom crash, la SoftBank ha perso ben 75 miliardi di dollari, a Wall Street il titolo vale appena il 2 per cento della quota iniziale. Non pago, il visionario-imprenditore Masayoshi Son stavolta ha riversato fiumi di yen nella messa a punto di un network Ethernet da un gigabit, affittando i cavi dal gigante nazionale Nippon Telegraph and Telephone (NTT) per il lancio di Yahoo! BroadBand. La quale offre accesso Internet a 12 megabit al secondo, otto volte più veloce di quanto accade attualmente sul mercato statunitense, per il corrispettivo di soli 21 dollari al mese. Sembra che ogni giorno si abbonino al servizio circa 7.000 nuovi utenti giapponesi, trasformando Yahoo! BroadBand nel provider DSL dalla crescita più rapida a livello mondiale.

Riuscirà il nuovo sogno di Mr. Son? Bè, intanto va detto che la necessaria campagna pubblicitaria si dimostra più costosa dei pur cospicui incassi — qualcosa come 50 milioni di dollari al mese. Perdite che vanno aggiunte al pesante debito complessivamente accumulato finora da SoftBank, quasi 4 miliardi dollari. Ma i dirigenti del gruppo si dimostrano ottimisti, sparando, ad esempio, la cifra di 2,5 milioni di utenti per i servizi VoIP raggiunti in un anno, quando in aprile 2002 ha iniziato a lanciarli facendo tremare la stessa NTT (la cui conquista rientra tra gli obiettivi finali di Son & co.). Tramite Yahoo! Broadband una telefonata da Tokyo a New York costa appena 3 cent al minuto, e presto potrebbe essere addirittura gratuita, la “email del XXI secolo”, come la definisce Son. Oppure, la piena di video-on-demand pompati da Hollywood direttamente nelle case dei giapponesi tramite la stessa connessione DSL a 12-Mbps, opzione disponibile a prezzi contenuti già dallo scorso anno. Alcuni osservatori giurano sulle ennesime manie di grandezza di SoftBank, prevedendo il prossimo crash. Invece Masayoshi Son si dice convinto “del vantaggio e della passione che anima i pionieri, i visionari, i primi innovatori”. E chissà che stavolta non abbia davvero ragione, almeno in terra giapponese.

L'autore

  • Bernardo Parrella
    Bernardo Parrella è un giornalista freelance, traduttore e attivista su temi legati a media e culture digitali. Collabora dagli Stati Uniti con varie testate, tra cui Wired e La Stampa online.

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