Ho tenuto di recente una presentazione. Mi sono recato sul posto con il computer contenente la presentazione stessa e una tavoletta con la stessa funzione. Ciascun apparecchio aveva il proprio adattatore per il collegamento al videoproiettore. La presentazione stava anche in una chiavetta Usb ed era scaricabile dal web in caso di emergenza. Gli organizzatori, se tutto fosse andato male, ne avevano ricevuta una copia per posta elettronica. Eccessivo, forse. Tutto ha funzionato al primo colpo.
Durante la prima serata del Festival della canzone italiana di Sanremo, dopo l’esibizione del primo cantante, si è bloccato il sistema di votazione dei trecento giurati in sala. L’organizzazione si è bloccata per molti minuti, dopo di che la giuria ha ripreso le proprie funzioni, munita di provvidenziali fogli di carta e suppongo di matite.
Ho pensato a termini come amministratore di sistema, amministratore di rete, beta testing, ridondanza, duplicazione, fault tolerant. Ho riflettuto sulla difficoltà intrinseca di, presumo, inserire un valore nel campo voto di un record cantante all’interno di una tabella serata e registrare trecento inserimenti, procedura da ripetersi quattordici volte nel corso della serata, per un totale – eliminazioni a parte – di sei serate, diciamo venticinquemila inserimenti, per arrotondare.
Probabilmente Facebook amministra lo stesso numero di eventi in una manciata di secondi. Un sito ben frequentato fronteggia venticinquemila inserimenti nelle proprie tabelle di archivio come ordinaria amministrazione. Basandosi su Php, Apache, MySql, tecnologie che qualsiasi ragazzino possiede a livello base dopo alcuni pomeriggi sottratti allo studio.
Il luogo comune che la tecnologia stia cambiando il mondo in cui viviamo non regge. O viviamo in altri mondi, o certe trincee sono veramente inviolabili.