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Immagini di futuro

01 Ottobre 1998

Immagini di futuro

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Dovendo porsi (o imporsi) l'ambizioso compito di tracciare un bilancio consuntivo e preventivo della ricerca scientifica a livello mondiale, come scegliere un momento migliore del termine di un millennio? Michio Kaku, professore di fisica teorica alla City University di New York e autore, tra l'altro, di (Oxford University Press, 1995), propone una serie di "Visioni", nel senso meno allucinatorio del termine, su quello che ci riserva il futuro.

Michio Kaku
“Visions – How Science Will Revolutionize the 21st Century and Beyond”
Bantam Books – Paperback, Settembre 1998
pg. 416, US $ 14
ISBN: 0-38548-499-2

L’analisi di Kaku ha tre facce, ognuna di esse dedicata a una delle tre aree della ricerca scientifica e tecnologica i cui sviluppi risulteranno cruciali negli anni a venire. Nella prima parte, com’era facilmente prevedibile, è il computer a fare gli onori di casa. La rivoluzione informatica già in atto continuerà fino al raggiungimento dei suoi limiti strutturali. Nella seconda parte l’analisi si sposta sulla “rivoluzione biomolecolare” che, con la conclusione del “Progetto Genoma” porterà alla scoperta di terapie geniche contro malattie oggi incurabili, fino ad arrivare, in ultima analisi, alla sintesi di nuove forme di vita. Infine, nella terza parte del libro, la rivoluzione quantistica (e qui l’autore gioca in casa) ci porterà al controllo della materia stessa.
Perpendicolare alla divisione tematica esiste poi una suddivisione cronologia: per motivi legati ai limiti stessi che una di queste tre aree incontrerà nel futuro (la rivoluzione informatica), si può distinguere le previsioni in tre aree temporali: fino all’anno 2020, dal 2020 al 2050, dal 2050 al 2100 e oltre.

Ecco allora che i computerofili sentiranno accapponarsi la pelle di fronte a parole come computer ottici e memorie olografiche, computer basati su DNA e computer quantistici. Di che si tratta? Non certo di invenzioni scaturite dalla penna di uno scrittore di fantascienza: in questo caso si parla di ricerca scientifica in corso e quindi di oggetti effettivamente realizzabili (anche se per ora allo stadio di prototipi o solamente di progetti ideali). Il punto di vista è sempre quello della fisica teorica quindi, secondo l’autore, saranno le scoperte realizzate in questa disciplina a produrre le innovazioni maggiori in tutti gli altri campi. L’utilizzo di transistor quantistici fonda la sua realizzabilità su presupposti fisici ben precisi e quindi condiziona lo sviluppo della tecnologia informatica a venire. A loro volta, i computer influiranno in maniera sempre più massiccia sugli altri campi della ricerca, tra cui la biologia molecolare ma anche la meccanica quantistica stessa, in un circolo virtuoso del progresso. Non mancano infine i riferimenti al futuro più lontano dove, per il piacere dei fans del Capitano Kirk, i viaggi interstellari diventeranno una realtà.

Kaku si è cimentato in un lavoro sicuramente rischioso: le previsioni sul futuro e le anticipazioni della tecnologia che sono state poi smentite dai fatti non si contano. Ma, a detta del suo autore, quest’opera non è come le altre: diversamente dalla prospettiva ristretta e spesso eccentrica di un singolo, in questo caso il numero di punti di vista coinvolti nella stesura del testo garantirebbe una visone a 360 gradi. Nel corso degli ultimi dieci anni, infatti, Kaku ha potuto intervistare più di 150 scienziati di varie discipline, molti dei quali premi Nobel, durante la sua attività di giornalista e saggista scientifico. Forte della sua posizione e incurante della presunzione di onniscienza di cui potrebbe essere tacciato, l’autore persegue il suo obiettivo e si lancia con sicurezza nel suo viaggio.

Il panorama generale in cui si inseriscono le previsioni sulle singole discipline è quello dei tre livelli di evoluzione delle civiltà, proposto dal fisico Freeman Dyson e dall’astronomo Nikolai Kardashev. Metro di valutazione per distinguere il livello di evoluzione di una civiltà (e questo termine, si badi bene, non comprende solamente quella terrestre) è il consumo di energia. Le civiltà di tipo I sono quelle che hanno raggiunto la padronanza di tutte le forme di energia terrestre, sviluppando inoltre la capacità di modificare le condizioni metereologiche o di influenzare gli oceani. Nel momento in cui tale quantità di energia diviene insufficiente, la civiltà deve impadronirsi dell’energia emanata dal sole (o dalla stella che riscalda il pianeta in esame), raggiungendo il Tipo II. Tanto per intenderci, la Federazione di Star Trek rientra in questo gruppo. Il Tipo III, infine, ricaverà la sua energia non più da una stella soltanto ma da sistemi stellari o galassie. A che punto siamo noi? Con parole che farebbero rizzare i capelli in testa a un ambientalista, Kaku ci spiega come la civiltà terrestre non appartenga ancora a nessuno di questi tipi, o meglio, appartenga a un tipo 0. Nel giro di un secolo o due dovremmo finalmente entrare nella prima classe. I passaggi alle classi successive, secondo stime relative alla crescita attuale del consumo energetico, dovrebbero avvenire rispettivamente fra 800 anni e 10.000 anni. Approssimativamente.

Probabilmente significa un po’ tradire le intenzioni dell’autore affermare che uno dei pregi maggiori di quest’opera è quello di spiegare meglio il presente, più che il futuro. Sicuramente, però, prima di illustrare le sue previsioni, Kaku deve fare il punto della situazione, aggiornando il neofita sullo stato dell’arte di molteplici rami della ricerca scientifica. Forse non è così importante sapere cosa prevede per il futuro la nostra classe di scienziati, quanto in realtà a cosa sta lavorando attualmente e in che direzione ha intenzione di muoversi. Il resto lasciamolo ai maghi o agli impazienti.

L'autore

  • Alberto Mari
    Alberto Mari lavora col Web dal 1998. La passione per le tecnologie e una cultura umanistica l'hanno portato a occuparsi di editoria digitale e ebook.

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