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Il Web la nuova gogna elettronica

05 Settembre 2001

Il Web la nuova gogna elettronica

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Internet o meglio il Web, sempre più spesso viene utilizzato come “gogna elettronica” per i responsabili di delitti a sfondo sessuale. Dopo i casi di “affissione” dei nomi in Inghilterra …

Internet o meglio il Web, sempre più spesso viene utilizzato come “gogna elettronica” per i responsabili di delitti a sfondo sessuale.

Dopo i casi di “affissione” dei nomi in Inghilterra e Australia (su iniziativa di privati o di associazioni di genitori), arriva la notizia che il governo della Corea del Sud intende utilizzare la rete per pubblicizzare i nomi dei delinquenti sessuali.

Identità e informazioni personali riguardanti queste persone sono pubblicati su Internet, dopo che la commissione per la protezione dei minori, che dipende direttamente dal primo ministro, ha deciso di intraprendere questa strada.

Dunque, nomi, età, data di nascita, indirizzo, impiego, oltre al tipo di crimine commesso fanno bella mostra di sé sul sito, per un totale di 169 delinquenti.
Unica mancanza la foto dei condannati.

Le informazioni saranno disponibili durante sei mesi sul sito Internet della commissione e durante un mese sui pannelli di affissione ufficiali e le identità saranno anche pubblicate sui giornali ufficiali del governo.

Una lista, dicevamo, che comprende più di un centinaio di nomi, dei quali 60 condannati per maltrattamenti a bambini sotto i 13 anni, di 47 responsabili di violenze, di 27 persone che hanno cercato di avere relazioni sessuali mercenarie con minori, 20 condannati per tentata violenza e 15 colpevoli di istigazione alla prostituzione verso minori.

Una presa di posizione, questa, soprattutto in un paese dell’oriente del mondo che non ci sentiamo di condannare.
Pesi come la Corea, la Tailandia, le Filippine sono le mete preferite dai “turisti sessuali” che sbarcano a frotte dai charter provenienti dall’Europa e dagli Stati Uniti e che adesso avranno un motivo in più per temere ritorsioni al loro comportamento.

Il presidente della commissione coreana ha sottolineato, infatti, che questi fatti costituiscono “atti criminali che causano un danno irreparabile non solo sulle giovani vittime ma che distruggono anche le fondamenta morali della società”.

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