Brutta sorpresa per la squadra spagnola del Real Madrid e cinque famosi calciatori: Zinedine Zidane, David Beckham, Raul Gonzalez Blanco, Ronaldo Nazario De Lima e Luis Filipe Madeira Caeiro. Il Tribunal de Grande Instance di Parigi, infatti, non ha ritenuto sussistere una violazione del diritto all’immagine e al nome delle star del pallone nell’azione da questi intrapresa contro alcune società che gestiscono siti Internet di scommesse sportive.
Queste società erano state accusate di avere violato i diritti dei cinque calciatori, nell’ambito della promozione e dell’organizzazione di scommesse su Internet, precisamente per illustrare un incontro di calcio del prossimo campionato di Spagna.
In primo grado, l’ordinanza del TGI di Parigi, emessa l’8 luglio scorso, ha innanzitutto respinto l’eccezione d’incompetenza territoriale sollevata da alcuni convenuti, basandosi sull’osservazione che anche i siti di scommesse ospitati su server all’estero sono accessibili agli internauti francesi che possono collegarsi e, se necessario, fare le loro scommesse. I fatti contestati erano dunque suscettibili di prodursi sul territorio francese, legittimando le azioni presso i suoi tribunali
Il giudice, poi, ha concluso per l’insussistenza di violazioni dei diritti fatti valere. A proposito del diritto all’immagine, ha ritenuto sufficiente constatare che, nel caso sottoposto al suo esame, l’utilizzo delle immagini dei celebri calciatori, coerente nella riproduzione di una fotografia di un incontro da loro disputato, “non è direttamente associato, dalle società chiamate in causa, a promuovere la loro attività di scommesse” e ” funge, invece, da presentazione dell’incontro sul quale la scommessa è organizzata”.
Trattando, poi, del diritto al nome, il Tribunale ha rilevato che l’utilizzo dei nomi dei cinque calciatori non è avvenuto “per un vantaggio associato alla promozione delle scommesse; ricorda invece agli eventuali scommettitori i nomi dei giocatori, ovviamente i più famosi, che sono destinati a disputare la partita”.
Il TGI ha poi concluso che non è stato dimostrato che l’utilizzo delle immagini e dei nomi dei giocatori, “che è in relazione diretta con la loro attività professionale”, abbia arrecato un “danno specifico ai loro diritti”.