Amazon reinveste sistematicamente gli utili dentro se stessa, per crescere in efficienza e dimensioni. Ogni trimestrale si chiude con guadagno infimo, o perdita altrettanto trascurabile. Per volontà strategica, non difficoltà di gestione.
Apple opera con margini di guadagno superiori a qualunque altra concorrente. Eppure Steve Jobs ha sempre dichiarato di non voler essere la persona più ricca del cimitero e che il principio guida è costruire grandi prodotti, il cui ritorno finanziario è conseguenza prima che fine. Durante una recente vicenda legale, l’amministratore delegato Tim Cook ha scritto una dichiarazione atipica per una multinazionale, ci si fidi o meno:
L’azienda è piena di idee dirompenti e persone innovative, vincolate in ogni cosa che facciamo ai più alti standard morali, legali ed etici. Crediamo che la tecnologia possa servire i valori più profondi e le aspirazioni più elevate dell’umanità.
Una analisi di Horace Dediu di Asymco nota come in Google non sembri esserci interesse nel seguire una direzione allineata con la generazione di profitti e si osservi una tendenza a sviluppare e acquisire tecnologia di avanguardia nella convinzione che, quando sarà abbastanza, comparirà un modello di business (vi si pensi come a un problema probabilistico).
Reinvestimento costante degli utili, obiettivo sul prodotto più che sulla resa di mercato, disinteresse strategico verso il guadagno come fine: tre delle più grandi aziende di questo secolo sfidano lo stereotipo classico del puro compiacimento della base azionaria. E si mantengono come multinazionali globali con giri di affari miliardari, in mercati difficili e ogni tipo di diversità socioculturale.
Forse sono in funzione nuovi meccanismi economici e di mercato che rendono obsolete certe categorie di pensiero riguardanti il mercato e l’impresa. Diffidenti? Jimmy Wales, fondatore di Wikipedia, è appena diventato chairman di The People’s Operator, provider telefonico inglese il cui modello di business è distribuire in beneficenza il dieci percento di quanto incassa dagli utenti e un quarto degli utili effettivi, con l’obiettivo di conquistare il due percento del mercato mondiale e dunque distribuire a fin di bene un miliardo di dollari l’anno.