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Il sottosviluppo si combatte col cellulare

25 Marzo 2009

Il sottosviluppo si combatte col cellulare

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I telefoni cellulari stanno contribuendo a migliorare le condizioni sociali ed economiche in molti paesi in via di sviluppo. Un settore promettente, che vede in prima fila l'Onu e le fondazioni umanitarie dei big della tecnologia

L’introduzione su vasta scala di una tecnologia, aiutata dal tempo, porta inevitabilmente al cambiamento dello scenario sociale su cui opera. Abbiamo sotto gli occhi tutti i giorni come i cellulari abbiano modificato le nostre abitudini: basti solo pensare a quante persone tornano indietro a riprenderlo se per caso lo dimenticano nell’uscire o a quanti si sentono “mancare qualcosa” se non lo hanno con loro. Strano a dirsi, ma anche nei paesi emergenti, dove il grado di penetrazione tecnologico sulla popolazione è generalmente molto basso, questi dispositivi stanno portando innovazioni sostanziali negli stili di vita. Lo racconta State of the Mobile Web, il report mensile prodotto da Opera, la società norvegese produttrice dell’omonimo browser. In gennaio i paesi con il maggior incremento della navigazione Internet in mobilità sono stati l’Armenia, seguita da Nigeria, Egitto, Filippine e Kazakistan.

Nei contesti dove l’impermeabilità informativa è molto alta a causa del territorio, della cultura o di altri fattori contingenti, sfruttando gli Sms possono per esempio essere diffuse informazioni in grado di fare la differenza tra la vita e la morte, laddove l’ignoranza su prassi e prevenzione è spesso la principale nemica della sopravvivenza. È quello che sta facendo l’Unicef in Malawi, parte di un più ampio impegno delle Nazioni Unite. La popolazione può così conoscere i sintomi delle malattie più diffuse, le norme di comportamento da seguire e se e quando occorre portare immediatamente il malato all’ospedale più vicino. In questi scenari, analizzare fenomeni come la diffusione di un virus o delle condizioni di vita può essere estremamente difficile, a causa dell’impossibilità di raccogliere dati in territori vasti e dai difficili collegamenti. L’uso di appositi software per dispositivi mobili possono facilitare il compito, semplificando la logistica e l’autonomia delle persone incaricate di raccogliere dati e somministrare questionari.

Andando oltre il campo medico, ma secondo modelli analoghi, l’Sms diventa spesso l’unico canale informativo diffuso e capillare per veicolare informazioni in tempo reale su calamità naturali o sull’andamento dei mercati delle derrate alimentari. Che è poi quello che si propone di fare, combinando reti sociali e social media, InSTEDD, un peculiare progetto finanziato dal fondo umanitario di Google.
Per non parlare di servizi come Babajob, che cercano di mettere in comunicazione domanda e offerta nelle metropoli densamente popolate, dove non esistono uffici di collocamento e le possibilità di lavoro si basano prevalentemente sulla rete di conoscenze ed opportunità che il singolo riesce a costruire intorno a se. Oppure ancora txteagle, una startup americana che cerca e retribuisce collaboratori per lo svolgimento di semplici compiti come la traduzione o la trascrizione di testi (diffusi sempre tramite Sms), iniziativa rivolta espressamente ai paesi emergenti.

La rete mobile è un prezioso, e spesso unico, alleato del cittadino-giornalista laddove la libertà di stampa e di espressione è sotto il giogo di governi autoritari, oltre che nelle vaste zone rurali dove è difficile avere una copertura informativa. Diverse orecchie indipendenti sono ormai pronte a recepire e rilanciare informazioni di prima mano provenienti dalle aree del mondo snobbate dall’informazione mainstream, come dimostrano progetti come Misna, PeaceReporter e Global Voices. Ma il campo forse più promettente, a giudicare anche dal recente interesse di Bill Gates, è quello del mobile banking: per la prima volta molti lavoratori dei paesi emergenti hanno accesso a servizi finanziari e possono proteggere i loro risparmi o spedire denaro ai parenti lontani in modo più sicuro ed economico. Certo non è il periodo migliore per parlare di fiducia nel sistema bancario, ma in questo caso ci si aspetta una spinta multimiliardaria alla crescita delle economie del Sud Africa, dell’Asia e dell’America Latina.

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