In tutte le istituzioni dello Stato, entro l’autunno, potrà essere utilizzata la firma digitale. La fase di sperimentazione, infatti, è già iniziata e ha coinvolto alcuni senatori ai quali, da circa un mese, è stata consegnata una chiave privata che, accoppiata a una pubblica, attraverso un sistema di crittografia asimmetrica, consente di firmare i documenti elettronici.
Dall’inizio della prossima legislatura, a tutti i senatori verrà consegnata una smart card, collegata ai computer portatili forniti in dotazione. La chiave privata, inserita nella smart card, sarà conosciuta e utilizzata solo dal titolare, che potrà così apporre la propria firma digitale – che avrà la stessa validità di quella autografa – sui documenti formati e trasmessi per via elettronica.
La chiave pubblica dovrà essere utilizzata, invece, dal destinatario del documento per riportare in chiaro la firma digitale e per verificarne la provenienza e l’autenticità.
Grazie all’inserimento di apposite funzioni nei programmi di videoscrittura di cui saranno dotati i computer dei senatori, l’apposizione della firma risulterà rapida e semplice, e consentirà ai parlamentari di svolgere parte dei loro compiti servendosi di strumenti informatici.