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Il prossimo cellulare? Arrotolabile

14 Febbraio 2008

Il prossimo cellulare? Arrotolabile

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Il display arrotolabile diventa realtà in un cellulare che fa l'eBook reader, legge gli Rss e la posta elettronica

Un po’ più di due anni fa, in un mio precedente articolo, avevo parlato di display arrotolabili e della loro futura applicazione al campo dei prodotti consumer. Ora il momento sembra essere (quasi) arrivato. Polymer Vision, uno spin-off di Philips, ha annunciato che questa estate lancerà un cellulare rivoluzionario, dotato di un display da 5 pollici (equivalenti a più di 10 centimetri) in grado di arrotolarsi attorno al corpo del telefonino. Una volta avvolto, il cellulare ha delle dimensioni (ed un peso) comparabili a quelli di un Treo, ma con uno schermo grande il doppio. E questo farà una bella differenza. Chi è stato al GSM Congress di Barcellona, l’avrà probabilmente potuto vedere dal vivo.

Non c’è dubbio che si tratta di un gadget focalizzato sull’uso di un display grande – tanto che non c’è nemmeno un secondo, seppur piccolo, display da utilizzare quando quello flessibile è a dormire al calduccio. In questo modo, se vogliamo sapere chi è che sta chiamando, siamo costretti a srotolare l’ambaradan (vabbé, un pochino più complicato che aprire uno di quei cellulari clamshell da poco che hanno lo schermo all’interno e basta). Uno schermo più grande, in un form factor ragionevole è uno dei parametri che da tempo sostengo siano indispensabili (insieme a politiche tariffarie sensate da parte degli operatori) per trasformare l’internet mobile in una realtà. E il Readius (questo il nome del prodotto) sembra fare un passo in avanti in questa direzione. Ma un passo non è spesso la soluzione.

Uno dei limiti principali del prodotto (e della tecnologia sottostante) è quello della mancanza di colore, che per molti noi potrebbe sembrare un gran passo indietro. Dal punto di vista funzionale, forse, poco male, anche se per certi ambiti (come le mappe), il livello di informazione aggiunto dal colore aggiunge molto all’utilità dell’applicazione. Dal punto di vista emozionale, invece, non è che il display a scala di grigi (16) ci sembrerà… troppo grigio, specialmente comparato alla ricchezza di colore (e di snob appeal) dell’iPhone? (quanto al Google Phone, bisognerà vedere che faccia avrà, ma mi sorprenderebbe molto avesse un design sfigato e le schermo greyscale, sebbene i prodotti, come vedremo, non siano comparabili).

Per il colore bisognerà attendere il prossimo salto della tecnologia, che dovrebbe farcela entro un quinquennio – un’epoca lunghissima per i nostri standard, ormai. Per il resto, le specifiche annunciate parlano di connettività 3G, email, Pop, Imap, scheda di memoria (il primo modello avrà 8 GB); e funzionerà da lettore di e-book, da lettore Mp3 (ormai, come dire, è ovvio) e da aggregatore di Rss. Sarà però sprovvisto di una tastiera esterna, il che ne rende ovviamente impossibile l’uso per tutte le applicazioni partecipative, ovvero la scrittura di mail, blog, testi. In sostanza il Readius è un aggeggio per chi fruisce passivamente, che non per chi (e sono oggettivamente una minoranza della popolazione) produce contenuti in modalità mobile. Inoltre, a giudicare dalle specifiche del telefono, non sarà in grado di collegarsi al web e di mostrarci i siti.

E in effetti, sia dal nome che dalle prime comunicazioni aziendali emerge il preciso interesse a posizionarlo sopratutto come e-reader, sperando forse che Kindle (l’ebook reader di Amazon) apra la strada, inventi un mercato che il Readius, per molti versi aggeggio più pratico da portarsi in giro, possa poi entrare a dominare. A proposito, comparandolo col Kindle vediamo che il Readius ha un display di un pollice più piccolo, ma le dimensioni complessive sono molto, molto più ridotte; che lo schermo del Readius ha parecchi livelli di grigio in più del prodotto di Amazon (che fanno una certa differenza) e che può, tra le altre cose, anche telefonare. Se il prezzo del Kindle è di 399 dollari, quello del Readius dovrebbe essere paragonabile a quello di un telefono di fascia alta (traduzione: troppo caro per me).

Una cosa in comune, però, i due prodotti ce l’hanno: sono entrambi non disponibili. Readius perchè deve essere ancora lanciato, Kindle perché li hanno finiti. Straordinario successo del prodotto, strategia di generazione di scarsità artificiale per generare desiderio o pessimismo in fase di pianificazione della produzione da parte di Amazon? Molto interessante è il fatto che il display flessibile del Readius consuma pochissimo – tanto che si afferma che la durata della batteria dovrebbe essere sei volte maggiore quella di un normale cellulare, permettendo ad esempio 30 ore di lettura (ma se telefono mentre leggo cosa capita alla batteria? E alla qualità della mia conversazione? Nel senso di quanto senso riesco a mettere in quello che dico mentre sto leggendo? nel mio caso particolare, quasi zero).

Come detto, l’apparato non ha una tastiera – anzi possiede in tutto 8 bottoni. Non posso fare a meno di notare che un normale telefonino ne ha almeno una dozzina. Il che mi fa sorgere un dubbio. Facciamo i conti. Essendo più o meno obbligati – per quelle che sono le abitudini degli utenti – a dedicare un tasto all’accettazione della chiamata in arrivo e uno per riattaccare, al Readius ne resterebbero sei. Il che sospetto possa significare che sono state sacrificate 4 delle cifre del nostro sistema numerico decimale – ma del resto a me sono sempre stati antipatici il 7 e il 9, e forse potrei vivere bene con un telefono senza nemmeno i tasti del 4 e del 5. Sempre per semplificare la configurazione del telefono (ma complicarci la vita?) il gadget è configurabile online. Collegandosi (con un Pc? Col Readius?) a un apposito portale sarà possibile configurare i contenuti, i servizi e l’interfaccia del telefonino. Portale che nelle intenzioni dell’azienda potrà diventare un centro di distribuzione di contenuti, attraverso accordi con fornitori, editori eccetera, cercando di sopperire con una soluzione proprietaria all’impossibilità di collegarsi al web.

Il modello di business è un classico, la messa a punto mi pare molto complessa – almeno fino a quando non ci saranno milioni di questi device in giro e quindi un buon giro d’affari nel download/acquisto di contenuti dal portale (o esposizione alla pubblicità che sponsorizza il content) potrebbe essere difficile o molto costoso aggregare /comprare contenuti di alto valore solo per i Readiusiani. La mancanza di contenuti potrebbe oggettivamente essere un freno agli utenti per l’accesso al portale e per l’acquisto del device, un circolo vizioso che Apple con iTunes (che ha ovviamente un’altra storia) è riuscita a spezzare con successo, ma che Polymer Vision (che di mestiere fa hardware, non media) potrebbe trovare difficile evitare.

La mia cinica opinione? Questo affare è affascinante per la sua tecnologia. Sicuramente tirare fuori in pubblico uno schermo da 6 pollici da un affarino potrà farci fare un figurone (scontate metafore sessuali a parte). D’altra parte a me sembra una combinazione veramente inusuale, questo prodotto, mi pare il primo cellulare/ebook reader. Notando che il mercato dei reader non mi sembra generi milioni di pezzi venduti ed augurando a Polymer Vison tutto il successo possibile, mi verrebbe da sperare che licenzino la tecnologia ai maggiori produttori di cellulari del mondo, Apple compresa che avrebbe venduto un 20.000 dei suoi iPhone al giorno, dal momento del lancio. Magari i professionisti del telefonino riusciranno a tirarci fuori qualcosa di (ancora) più interessante.

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