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Il progetto Socrate non è morto

09 Marzo 1998

Il progetto Socrate non è morto

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Il cablaggio delle città con le fibre ottiche non è stato sospeso a favore della tecnologia ADSL. In realtà le due tecnologie saranno utilizzate insieme: doppino di rame e fibra ottica convivranno sotto le strade delle città italiane.

Socrate non è morto. La notizia che la cablatura delle città italiane con i cavi a fibre ottiche è sospesa è, in realtà, una mezza verità. Il cablaggio sarà completato entro i prossimi tre anni, ma si fermerà ai portoni delle case degli utenti. Negli stabili, la cosiddetta cablatura verticale, sarà adottata la tecnologia ADSL, che viaggia ad alta velocità sul doppino di rame.

Il progetto Telecom che deve portare velocità e alta capacità di trasmissione di dati e fonia nelle nostre case, quindi, continua, integrando l’ADSL (Asymmetric Digital Subscriber Loop) che trasmette il segnale sugli stessi cavi della telefonia tradizionale. Se abitate in una delle 64 città attraversate dal “serpente blu”della fibra ottica potrete collegarvi a Internet utilizzando un cable modem e la linea del telefono con una capacità di 64 Kb/s in trasmissione e 1,5 Mb/s in ricezione. Il tutto grazie all’integrazione tra le diverse tecnologie ora disponibili: ATM e ADSL, appunto. “Secondo il programma in corso – promette la Telecom – a fine 1998 le case raggiunte saranno circa 2 milioni e mezzo. Entro il 2000 saranno 5 milioni”. Gli utenti, oltre all’accesso Internet ad alta velocità, potranno usufruire dei servizi di Pay Tv e Pay Per View, utilizzando terminali differenti (Pc, apparati di videocomunicazione, tv). Per i grandi utenti (industrie, banche, assicurazioni) vengono offerti accessi a 34 Mb/s. La cablatura in fibra, quindi, continua anche in questa nuova fase e Telecom conferma che “con l’uso delle nuove tecnologie sarà possibile dare subito il servizio a chiunque e aggiornare gradualmente la rete”.

In pratica la connessione da casa avviene interfacciando un modem ADSL (all’incirca grande come un libro) tra il computer e la linea telefonica domestica collegata alla centrale più vicina, dove un altro modem riceve il segnale e si connette con la rete a fibra ottica. Sulla rete l’Informazioneviaggia su ATM (Asyncronous Transfer Mode) che permette di trasmettere qualsiasi dato a lunga distanza con alta velocità e bassissima perdita. Resta inalterata la connessione tra le reti locali (Lan, Eternet, ecc.) e la rete cittadina. Anche qui piena compatibilità con ATM. “La fibra ottica sarà l’infrastruttura su cui si utilizzeranno le tecnologie via via disponibili – spiegano allo Cselt, il centro studi di Telecom, uno dei centri mondiali di sperimentazione e realizzazione di tecnologie per le telecomunicazioni – ma il futuro sarà l’integrazione tra le reti fisse, il Gsm e il satellite”.

Anche ATM, allora, non è morto come si vocifera in giro. “Su ATM si è fatta molta confusione – dicono un po’ spazientiti allo Cselt di Torino -. È un “mezzo di trasporto”e commutazione dell’Informazionee può convivere con protocolli come IP o tecnologie come ADSL. Una cosa non esclude l’altra. La rete Tacs, per esempio, copre il territorio nazionale; il Gsm serve per i collegamenti telefonici internazionali. Nessuno ha mai pensato di dover scegliere una o l’altra cosa. La capacità sta nel saper combinare in un sapiente mix le possibilità offerte man mano dalla tecnologia.”

Quindi ADSL non è Caino che uccide l’ATM Abele. Gli investimenti su questa tecnologia di trasmissione “a pacchetti”continua. Nel 2000 – secondo il Giga Information Group – le spese in prodotti ATM raggiungerà i 2 miliardi di dollari; mentre la spesa annuale in servizi ATM sarà di 1 miliardo di dollari. Semmai è morta l’idea di ATM come sistema universale. Rimane l’imponente cattedrale della nuova Biblioteca nazionale di Francia in puro “stile ATM”, con i suoi 1700 posti di lavoro, le 3000 borchie di rete ATM, i 320 commutatori e i 155 Mb/s “point to point”. Non bisogna dimenticare che i papà di ATM – nato negli anni ’80 – sono stati gli ingegneri di France Telecom, che sperava di vedere la propria creatura soppiantare il protocollo IP.

Ma parafrasando Paolo Conte, non hanno fatto i conti con i vari Bartali, magari di origine meno nobile e vedendoli passare avanti “ancor s’incazzano”.

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