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Il progetto Google Print

24 Maggio 2005

Il progetto Google Print

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La nuova iniziativa del motore di ricerca californiano nei confronti del mondo editoriale sta suscitando molto interesse, anche se non mancano al riguardo polemiche relative a una possibile predominanza della cultura anglosassone a livello mondiale.

Google Print, progetto pensato e in via di attuazione da parte dell’omonimo e arcinoto motore di ricerca, si basa su di un principio molto semplice: rendere possibile, tramite una ordinaria ricerca con Google, il reperimento e la consultazione dei testi che più ci interessano. In pratica il colosso californiano dell’information technology si propone di arricchire i risultati delle ricerche da lui effettuate non segnalando solo siti, ma evidenziando anche i collegamenti esistenti fra l’oggetto della ricerca e i testi che trattano il medesimo argomento.

Dunque, una volta effettuata la ricerca, ci si troverà di fronte alla classica pagina che Google genera di fronte a qualsiasi nostra richiesta. In questo caso, però, la pagina stessa sarà arricchita di rimandi a testi “cartacei”. Infatti d’ora in avanti avremo, fra le fonti da consultare, anche dei titoli di libri, i quali verranno posizionati all’inizio della pagina di risposta. A questo punto ci troveremo di fronte a due possibilità:

  • se il libro è coperto da copyright potremo consultare unicamente alcuni parti del testo in questione (o al più poche pagine) e poi verremo rimandati o a una libreria online per il suo acquisto oppure alla biblioteca più vicina al nostro domicilio;
  • se invece il libro non è coperto da copyright sarà allora possibile visionarlo per intero e navigare fra le sue pagine al fine di reperire le risorse a pieno testo che più ci interessano.

La sezione Program for Publisher di Google Print coinvolge in prima persona gli editori che sono invitati a contribuire alla creazione del catalogo di Google inviando i propri testi affinché vengano indicizzati, pubblicizzati – gratuitamente – e parzialmente editati online. Parallelamente il Library Project di Google Print si rivolge invece a cinque grandi biblioteche del mondo anglosassone e cioè la New York Public Library e le biblioteche dell’Università del Michigan, di Oxford, di Stanford e di Harvard. Per ora non sono previsti coinvolgimenti di ulteriori istituzioni nel progetto che, comunque, va salutato con piacere visto che mira a portare in Rete informazioni che sono tradizionalmente affidate a testi cartacei.
Attualmente l’obiettivo principale di questa collaborazione non è tanto quello di rendere disponibili online quantità infinite di libri, bensì quello di aiutare gli utenti della Rete a reperire i libri di loro interesse, permettendo così a Google di offrire risposte meglio articolate ed esaustive.
Il progetto di Google si presenta molto rispettoso del copyright e dei libri stessi, visto che i testi più delicati non vengono digitalizzati; inoltre nel corso delle operazioni di codifica, i libri non vengono in alcun modo danneggiati.

Google Print si configura quindi come un’iniziativa estremamente positiva e innovativa che, però, presenta alcuni aspetti problematici. Contro il progetto di Google si è scagliato il presidente della Bibliothèque nationale François Mitterand di Parigi, che contesta l’operazione bollandola come un tentativo di dare definitivamente l’egemonia della cultura al mondo anglosassone, visto che il progetto di Google è quasi interamente dedicato a testi scritti in inglese.
Per ovviare a questo problema propone all’Europa di investire una quota cospicua del finanziamento pubblico per cercare di arginare la rincorsa anglosassone al problema del monopolio culturale online.
La Francia ha del resto avviato un’operazione di digitalizzazione di giornali, anche al fine di rinverdire il progetto Gallica, la versione online della Biblioteca nazionale di Francia. L’intervento francese permetterà di consultare entro il 2009 22 testate distribuite su un arco temporale che va dal Diciannovesimo secolo ai nostri giorni ed inizierà con i giornali “La Croix”, “L’Humanité”, “Le Figaro” e “Le Temps”. Il neo di questa iniziativa consiste nella decisione di limitarsi alla semplice scansione dei testi, fornendo quindi una riproduzione digitale che non permetterà semplici operazioni come ‘Copia/Incolla’ o l’indicizzazione dei contenuti (e quindi le operazioni di ricerca) da parte dei più diffusi motori di ricerca.
Dal resto dell’Europa non sembrano invece, almeno per il momento, venire risposte altrettanto concrete, visto che sostanzialmente ci si rifà tuttora al progetto Gutenberg, nato nel lontano 1971 e che oggi consta di 15000 libri online pubblicati grazie al lavoro di pochi volenterosi. Anche in Italia per il momento non sembrano esserci progetti di simile portata, ma non può passare inosservata la digitalizzazione della collezione delle pergamene medicee, operata dall’Archivio di Stato di Firenze.

Contatti e informazioni

L’autore dell’articolo partecipa, nell’ambito del MasterMICSU(Umanisti, informatica e comunicazione), a un progetto di studio e lavoro su problematiche legate al marketing editoriale. Segui il filo delle indagini sul blog del gruppo.

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