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Il potere del design emozionale

06 Novembre 2020

Il potere del design emozionale

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Il colore fa parte del design e contribuisce a influire sulle emozioni di chi guarda.

Scienza e arte insieme

Pensiamo alla sensazione che si prova osservando il fuoco di una stufa a legna o di un falò: i colori caldi danzano e ipnotizzano, trasmettendo emozioni che evocano sentimenti e stati d’animo piacevoli, richiamano ricordi e creano un’atmosfera serena. Nel cinema, l’uso della luce e del colore può definire il genere del film e l’atmosfera di una scena: i colori luminosi ed energici alludono a una trama felice e divertente, mentre i colori scuri e monocromatici evocano un senso di mistero e di tragedia.

Il colore è una scienza e un’arte. La scienza aiuta a individuare con precisione il colore, formato da diverse lunghezze d’onda della luce. Quando la luce colpisce un oggetto, come un fiore, tutti i colori vengono assorbiti nell’oggetto, tranne uno che viene riflesso verso l’esterno: il nostro cervello percepisce quindi il colore rilevato dagli occhi.

Se vediamo una mela rossa, significa che la lunghezza d’onda della luce rossa è stata riflessa dall’oggetto al nostro sguardo (e il nostro cervello ci comunica che l’oggetto è di colore rosso). Questo è il modello di colore additivo. Oltre ai nostri occhi, anche tutto ciò che utilizza la luce per creare un’immagine ricorre a questo modello di colore, come gli schermi, i televisori e i proiettori. Questo modello impiega tre colori: rosso, verde e blu (RGB, dall’inglese red, green, blue).

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All’aumentare della luce, i colori diventano più brillanti; quando le luci rossa, verde e blu si sovrappongono, si crea il bianco. Lavorando a un computer o progettando per un mezzo digitale, dobbiamo utilizzare il modello di colore RGB (detto anche spazio cromatico in riferimento ai colori che possono essere riprodotti o visualizzati da un mezzo).

In alternativa, esiste un modello di colore basato su pigmenti che vengono trasferiti sulle superfici fisiche: è il modello di colore sottrattivo. Lo abbiamo utilizzato nell’infanzia quando abbiamo imparato a miscelare le tempere. Per la stampa su una macchina da stampa vengono utilizzati quattro colori: ciano, magenta, giallo e nero (CMYK, dall’inglese cyan, magenta, yellow, black). Nel processo di stampa offset vengono utilizzate lastre di colore: la lastra con l’inchiostro nero viene stampata per prima e contiene i segni di registro necessari per allineare correttamente le altre lastre stampate. Quando lavorate con un design per la stampa, dobbiamo impiegare il modello di colore CMYK.

Modelli di colore RGB e CMYK

Il modello di colore degli schermi e quello della stampa.

Questi modelli funzionano in modo diverso, quindi è importante dedicarsi al design dopo aver compreso il mezzo di destinazione. Se stiamo progettando un sito web, assicuramoci che ogni elemento usi il modello di colore RGB; quando progettiamo biglietti da visita o manifesti, utilizziamo lo spazio cromatico CMYK.

Se ci è mai capitato di apprezzare l’aspetto dei colori sullo schermo, ma non altrettanto sul foglio stampato, sappiamo già che i colori vengono rappresentati in modo diverso nei due modelli. Per questo, è importante verificare che la modalità del colore sia impostata correttamente nel file.

Un sistema per identificare i colori

È necessaria una conversione per passare dal colore basato sulla luce al colore basato sui pigmenti e tale conversione non è sempre perfetta. Questa imprecisione ha ispirato la creazione del Pantone Matching System, un sistema di numerazione di campioni e inchiostri premiscelati che una stampante commerciale può utilizzare per garantire la coerenza del colore nel processo di stampa. L’uniformità del colore è fondamentale per il branding: dobbiamo assicurarci che tutti utilizzino la tonalità corretta, in ogni occasione e per ogni materiale stampato.

Ogni volta che un’azienda assume un dipendente e deve ordinare nuovi biglietti da visita, può specificare il colore Pantone per garantire che il colore sia sempre lo stesso. Tutto questo, naturalmente, ha un costo e il prezzo viene applicato per ogni colore: questo è uno dei motivi per cui le aziende tendono a impiegare una tavolozza di colori limitata.

All’inizio di un progetto dobbiamo quindi valutare come useremo il colore alla fine e definire gli spazi di lavoro di conseguenza; dopo questa predisposizione, possiamo scegliere i colori da utilizzare nel design. Per scegliere e definire correttamente le proprietà di ogni colore, utilizziamo il modello HSB (Hue, Saturation, Brightness, o tonalità, saturazione, luminosità), impiegato anche dai selettori colore dei software di design più comuni.

Nella pratica, prima scegliamo la tonalità, o il nome del colore, per esempio il blu. Chiaramente, visto che esistono molteplici varianti del blu, spesso occorre un nome più specifico: baby blue, aqua, navy, indigo e robin’s egg sono tutti nomi di tonalità più chiare rispetto al semplice blu.

Arrivare al colore che volevamo esattamente

A questo punto possiamo regolare la saturazione, ovvero la croma del colore o il colore nella sua forma più pura. Un colore completamente saturo è nel suo stato più intenso; per desaturarlo è sufficiente aggiungere del grigio. Aumentando la quantità di grigio il tono del colore diventa più tenue, e quindi meno puro. Infine, dobbiamo scegliere la luminosità, aggiungendo il bianco per creare una tinta o il nero per creare una sfumatura. All’aumentare del bianco, il colore diventa più chiaro; aumentando il nero, il colore diventa più scuro. Regolando questa impostazione possiamo garantire il giusto contrasto tra i colori.

Gli esseri umani sentono il colore, proprio come avvertono la temperatura: la scelta di un colore caldo o freddo cambia la dinamica del progetto. I colori incidono sulla percezione delle informazioni e comunicano un messaggio e un’atmosfera: un rosso vivo crea una sensazione diversa rispetto a un rosso desaturato. L’arte del colore è proprio questo: scegliere e utilizzare il colore in base alla sua relazione con gli elementi di un design.

Effetti emozionali e culturali di alcuni colori molto usati

Effetti emozionali e culturali di alcuni colori molto usati.

Questo articolo richiama contenuti dal capitolo 7 de Il potere del design.

Immagine di apertura di Denise Jans su Unsplash.

L'autore

  • Renée Stevens
    Renée Stevens è designer, docente e relatrice di livello internazionale. Il suo lavoro si concentra sui modi innovativi in cui il design può aiutare a superare le difficoltà di apprendimento e creare ambienti più accessibili e inclusivi. Professore associato presso la S.I. Newhouse School of Public Communications dell'Università di Syracuse, nel 2017 è stata nominata "Educator to Watch" da Graphic Design USA. Vive a New York.

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