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Il Pentagono si costruisce il suo Echelon: indagherà sulle transazioni commerciali e finanziarie

19 Novembre 2002

Il Pentagono si costruisce il suo Echelon: indagherà sulle transazioni commerciali e finanziarie

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Ci risiamo. In nome della sicurezza nazionale, gli Stati Uniti stanno preparando l’ennesimo sistema-spia. Con molte perplessità e avvertenze. Dopo NSA (con Echelon), FBI (con Carnivore) ecco arrivare il “Total …

Ci risiamo. In nome della sicurezza nazionale, gli Stati Uniti stanno preparando l’ennesimo sistema-spia. Con molte perplessità e avvertenze.

Dopo NSA (con Echelon), FBI (con Carnivore) ecco arrivare il “Total Information Awareness” del Pentagono, un programma informatico rivoluzionario che i militari hanno iniziato discretamente a elaborare e che integra molti miliardi di transazioni elettroniche.
Lo scopo ufficiale è seguire la traccia dei più piccoli movimenti segreti dei gruppi terroristici.

Come era facile prevedere ha già attirato gli strali delle associazioni di difesa delle libertà civili, che denunciano le possibili intrusioni nella privacy di questo programma definito “orwelliano”.

E in effetti non c’è di che stare allegri, soprattutto sapendo chi è la mente che sta dietro a tutto questo: l’ammiraglio in pensione ed ex consigliere per la sicurezza nazionale John Poindexter, quello, per intenderci, al centro dello scandalo Iran-Contras (durante gli anni ’80 era stata organizzata una vendita illegale di armi all’Iran per finanziare le forze anti-sandiniste in Nicaragua, i Contras appunto).

L’ammiraglio ne era uscito malconcio, ma si era ritagliato un posto in società hi-tech e, all’inizio del 2002, è stato nominato capo dell’Ufficio di sorveglianza totale dell’Agenzia incaricata del progetto di ricerca avanzato per la difesa (DARPA).

Nella sua nuova veste ha iniziato a sviluppare l’idea che nuovi sistemi rivoluzionari di informazione potrebbero integrare miliardi di transazioni di database governativi e privati per scoprire tracce di attività terroristiche.

“Quando le organizzazioni terroristiche tentano di pianificare ed eseguire attacchi contro gli Stati Uniti – questo è il semplice pensiero dell’ammiraglio, espresso nel marzo scorso – devono intraprendere transazioni che lasciano tracce nello spazio informatico”.
“Dobbiamo trovare terroristi – continua – comprendere cosa stanno pianificando e mettere a punto diversi scenari per evitare i loro attacchi. Se vogliamo preservare la nostra sicurezza, dobbiamo trovare un mezzo per combattere questa minaccia”.

Secondo l’Ufficio di sorveglianza totale, poi, le informazioni sugli scambi commerciali si aggiungeranno alla raccolta più tradizionale delle informazioni all’interno di un immenso e inedito database centralizzato.

I più informati, ricorderanno i dubbi poi diventati sospetti dell’Unione Europea su Echelon. Uno dei punti principali dell’inchiesta voluta dal Consiglio europeo, verteva proprio sul controllo delle informazioni relative alle aziende europee.

Immaginate un sistema come questo voluto da Poindexter. Cosa succederebbe delle transazioni di aziende europee con i cosiddetti “Stati canaglia” o con quelli sospettati di appoggiare gruppi terroristici. Nessuna transazione commerciale delle aziende europee sarà più segreta, con la scusa che trattano con gli “Stati canaglia” o con Stati ritenuti fiancheggiatori. Tutto verrà registrato e controllato.

L’Ufficio sorveglianza totale aveva lanciato un richiamo nel mese di marzo, per “sviluppare tecnologie rivoluzionarie per raggruppare immensi database di informazioni di ogni origine, associate a tecnologie di protezione della privacy”.

L’Ufficio sta visionando già progetti per sviluppare grandi database, software per ritrovare informazioni in lingue straniere e per convertire suoni in testo. Software per estrarre e collegare “informazioni diffuse” in testi molto lunghi.

Tutte cose, dicevamo, che negli Stati Uniti hanno fatto sobbalzare le associazioni di difesa dei diritti civili e della privacy. Temono che la vita privata dei cittadini sia offerta su un piatto d’argento al governo.

Laura Murphy, direttrice dell’ACLU di Washington, la principale associazione americana di difesa delle libertà civili, va giù dura: “Se si lascia fare al Pentagono, ogni americano, dallo sperduto agricoltore del Nebraska, al banchiere di Wall Street, si troverà sotto il cyber sguardo accusatore di un dispositivo onnipotente incaricato della sicurezza nazionale”.

Dello stesso tenore gli editoriali del New York Times, mentre altri si interrogano sull’efficacia di questo ennesimo sistema per intercettare i terroristi, comparandolo alla ricerca di un ago in un pagliaio.

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